Più incentivi alle aziende che assumono apprendisti
In particolare, rispetto alle aliquote contributive già previste in precedenza, è stato disposto lo sgravio totale della contribuzione a carico delle imprese con organico sotto i dieci dipendenti per i primi tre anni di periodo formativo
Dal 1° gennaio 2012 le imprese che assumono apprendisti potranno contare su incentivi potenziati. Insieme alle novità introdotte dal Testo Unico sull’apprendistato (decreto legislativo n. 167/2011) e in attesa che i contratti collettivi di lavoro recepiscano le nuove direttive per arrivare ad una piena attuazione, l’intervento della legge di stabilità dovrebbe garantire il rilancio di questo istituto. In particolare, rispetto alle aliquote contributive già previste in precedenza (10% per la generalità dei datori di lavoro ridotte, per le aziende fino a nove dipendenti, rispettivamente a 1,5% e 3% per il primo e secondo anno di contratto) è stato disposto lo sgravio totale della contribuzione a carico delle imprese con organico sotto i dieci dipendenti per i primi tre anni di periodo formativo. Il beneficio sarà dunque rilevante durante il terzo anno di contratto dove, rispetto alla previgente misura del 10%, risulta azzerato. Lo sgravio totale è però a tempo poiché la legge 183/2011 ne ha fissato la scadenza al 2016.
Altre novità in tema di incentivi alle assunzioni sono quelle riguardanti il contratto di inserimento delle donne. Due le modifiche apportate dalla legge di stabilità al fine di rilanciare questa tipologia di istituto e di evitare lo stand-by verificatosi in questi anni: la prima consiste nell’individuazione delle aree geografiche a bassa occupabilità femminile, che deve essere definita annualmente con decreto Lavoro-Economia. Con questo meccanismo si potrà così conoscere in anticipo le zone con riferimento alle quali troveranno applicazione gli incentivi economici (in genere riduzione del 25% dei contributi, con sgravi fino al 90% per le zone rientranti nei territori ex Dpr 218/78). La seconda novità è invece riferita alla definizione delle aree geografiche di stipulabilità dei contratti, delegata a un decreto interministeriale Lavoro-Economia.
Infine, la platea delle potenziali destinatarie del contratto di inserimento è stata circoscritta alle donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi.
Le imprese possono trovare il giusto supporto nei consulenti del lavoro al fine di analizzare le opportunità migliori in termini di risparmi di costi per inserire nell’organico aziendale nuove risorse nonché nello svolgimento degli adempimenti di legge finalizzati all’instaurazione dei rapporti di lavoro descritti.
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