Striscia la carestia

La facciata è ancora bella, anzi se dal “Circolo” guardiamo il monoblocco è praticamente nuova, per non parlare degli edifici ai quali si sta lavorando nel comprensorio ospedaliero cittadino; e non ci sono nemmeno scricchiolii che possano fare temere: insomma l’edificio in puro stile lombardo della sanità sembra reggere, ma in realtà comincia a non stare bene di salute perché affiorano problemi e rughe e ruggini, piccoli ma eloquenti segnali che pure il gioiello della famiglia Formigoni risente della crisi e fatica a mantenere il livello dei servizi, in alcuni casi davvero da primato, da sempre offerti alla comunità.

A Varese la catena di tagli al personale ha già qualche anello là dove agiscono medici a tempo determinato, che non hanno quindi possibilità di ricorrere allo scudo sindacale e di conseguenza in silenzio vengono, e per la verità a malincuore, sacrificati per ragioni di bilancio.

Ci sarebbero a volte difficoltà anche in qualche reparto, sempre per mancanza di personale, se poi per qualsiasi fondato motivo vengono chiusi sportelli al Cup allora è il pubblico, che deve fare prenotazioni o esami, a patire pesantemente della carestia che striscia all’ ospedale.

Una informazione più completa sulle problematiche che, a causa della mancanza di fondi, oggi affliggono l’ospedale favorirebbe più comprensione e accettazione delle situazioni.

E sarebbe utile servizio al territorio un’indicazione di massima, non diciamo attraverso i mass media ma almeno sul sito internet del “Circolo”, in ordine alla disponibilità dei posti letto estesa anche agli altri centri di cura all’intera azienda sanitaria. Tempi di attesa e posti letto sono soggetti a variazioni incredibili nello spazio di una giornata, dare indicazioni non è facile, ma offrire ai cittadini delle linee guida sarebbe comunque molto positivo in termini funzionali e di immagine.