“Una assurda tassa sulla modernità”
I rappresentanti delle associazioni di categoria varesine scatenati contro “il balzello”. E ricordano: "Negli ultimi anni ci hanno pure spinto a favore dell’informatizzazione"
Tassare con il canone Rai anche i computer degli uffici, se sono in grado di vedere video e streaming Rai. Contro questa scelta c’è una vera sollevazione popolare di piccoli imprenditori.
«Sono arrabbiatissimo. Lo trovo un balzello assurdo e vergognoso. Per una cosa del genere sono pronto ad andare in piazza con tutti gli artigiani». A parlare in questo modo è Franco Orsi, presidente di Cna Varese, che sottolinea anche: «Noi il computer lo usiamo per lavorare, non per i programmi Rai. Tanto vale mettere una tassa sul rasoio elettrico. Vogliamo uno stato moderno e poi mettiamo una tassa sulla modernità? E’ assurdo. In un momento come questo un ragazzino che ha la partita Iva, o che prova a intraprendere, solo per il fatto di avere in mano un Iphone si ritrova da pagare pure questa tassa. Da noi sono già cominciate le riunioni, saremo durissimi».
«Una tassa della quale non se ne capiscono le motivazioni – rincara Mauro Colombo, direttore generale di Confartigianato Varese – considerato il fatto che anche le imprese pagano il canone e che uno dovrebbe bastare. Inoltre, la Rai è una televisione di Stato e quindi da considerarsi emittente in dovere di assicurare un servizio pubblico. Servizio che in questi ultimi tempi non è stato certo contraddistinto da quella correttezza e da quei contenuti etici che una rete come la Rai dovrebbe assicurare ai cittadini. Se si deve pagare, lo si faccia per qualcosa che vale». Anche Colombo sottolinea l’assurdità della richiesta della Rai per gli imprenditori: «Vengono “tassati” strumenti come i computer, solitamente utilizzati dagli imprenditori per lavorare e non certo per guardare i programmi Rai, tanto più se si considera che il Governo spinge proprio sull’informatizzazione per semplificare il rapporto tra imprese e pubblica amministrazione. In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori, di tutto abbiamo bisogno tranne che di un altro onere così pesante e ingiustificato. Ricordiamo, poi, che è stato lo stesso Governo ad imporre alle imprese un processo di informatizzazione pretendendo la posta elettronica certificata e la firma dei contratti tra imprese e PA solo in forma telematica. Ed ora ci si trova a dover pagare un balzello esoso per l’utilizzo di indispensabili strumenti di lavoro per gli imprenditori?».
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