Uccise la figlia, rinviato a giudizio Mario Camboni
L'uomo affronterà il processo in corte d'assise. Non nega le sue responsabilità ma secondo i suoi avvocati non è sano di mente
L’omicidio di pasqua finirà con un processo in corte d’assise. Il giudice dell’udienza preliminare Natalia Imarisio ha rinviato a giudizio Mario Camboni, l’ex maresciallo della gdf che lo scorso 25 aprile, giorno di pasqua, assassinò la figlia Alessandra (nella foto) con un coltellaccio da cucina e ferì gravemente l’altro figlio Federico, all’interno di un piccolo appartamento a Gavirate dove da qualche mese risiedeva, a seguito di un allontanamento dalla moglie che non aveva mai digerito.
La decisione del giudice è parzialmente sfavorevole agli avvocato dell’uomo che, pur essendo praticamente reo confesso, è stato considerato capace di intdneree di volere da un perito del giudice ma anche incapace da un perito di parte chiamato dalla difesa.
I legali Paolo Bossi e Maria Portalupi hanno chiesto nuovamente al giudice, in via preliminare, di verificare la capacità di stare in giudizio dell’uomo al gup. La richiesta è stata rigettata, ma la difesa avrà la possibilità di richiedere nuovamente, alla corte d’assise, una perizia che accerti o meno la sanità di mente dell’omicida.
A parere dei suoi avvocati, la decisione di affrontare un giudizio in corte d’assise, presa in prima persona dall’imputato, sarebbe di per sé la prova che l’uomo non sta lucidamente considerando la situazione. La difesa considera attendibile la consulenza di parte. I parenti delle vittime (e anche dell’omicida) si sono costituti in giudizio come parte civile.
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