Flavio Caroli diventa direttore artistico del Maga?
Da presidente a manager del museo. Da definire la mostra di Emile Bernard: prima o dopo quella sullo stesso autore proposta dal Musée d'Orsay a Parigi? Intanto si pensa anche ad una mostra su Missoni
Flavio Caroli non sarà più presidente ma direttore artistico del Maga di Gallarate: un cambio di ruolo che in parte era annunciato, in parte ancora da definire, con qualche dubbio da parte della opposizione. Intanto Caroli – chiamato a riferire nella commissione cultura del Comune di Gallarate, proprietario del museo- si sta dedicando tutto alla definizione della nuova mostra per l’autunno, quella mostra su Emile Bernard che dovrà dialogare per forza con quella già prevista a Parigi. «Il Musée d’Orsay inaugurerà il 6 di marzo. Abbiamo proceduto con i contatti, ma ogni passo in avanti ci si avvicina alla decisione che va presa in modo definitivo: intanto sto parlando anche con curatori di mostra di Parigi». Che fare dunque della mostra? «O tentiamo una iniziativa autonoma che ha il vantaggio di anticipare, una specie di “Aspettando Parigi”. Oppure, facciamo la mostra qui dopo Parigi, puntando ad aspetto particolare che loro non illustrano al massimo». Due prospettive diverse e anche due tempi diversi, visto che si parlerebbe – nel secondo caso – di spostare tutto a primavera.
C’è poi un’altra idea che Caroli ha in mente: «In primavera Missoni festeggia il 60simo della Fondazione: tutto il mondo sta chiedendo a Missoni, ma non credo che mancherà di attenzione per la sua città». Insomma, potrebbe essere un’altra scelta per rilanciare il museo, puntando anche al rapporto arte-industria (quasi l’approccio che, per il Maga, era stato suggerito da Philippe Daverio, poi liquidato).
L’incontro in Commissione Cultura ha affrontato poi anche il nodo del ruolo di Caroli, pesantemente criticato dall’opposizione in particolare per l’assenza nella difficile fase di revisione dei contratti di lavoro dentro al museo. «Quando chiesi a Caroli di occuparsi di questa struttura, ebbi la sua disponibilità a condizione che si sarebbe occupato come storico dell’arte, non di gestioni amministrative» ha chiarito il sindaco Edoardo Guenzani. «Fu una felice intuizione, i mesi successivi sono stati di travaglio all’interno del museo d’arte contemporanea. Ci siamo resi conto che bisognava dividere le competenze». Lo stesso Caroli lo conferma direttamente: «All’altra riunione (la prima commissione convocata, ndr) non ero presente: nessuno mi ha invitato. Parlano di mio silenzio assordante? Io non avevo la più pallida informazione su quello che accadeva qua».
Quale sarà dunque il ruolo di Caroli? Il sindaco ha annunciato che «entro un mese ci sarà assetto definitivo del comitato di gestione», oggi retto dal ragionier Sardella e destinato a passare a Caroli, con l’istituzione di una «direzione artistica», anche se non prevista oggi dallo statuto.
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