Marantelli: “Un sosia su facebook, l’ho denunciato”
Attacchi informatici contro il deputato del Partito Democratico. Il reato di sostituzione di persona è punito con la reclusione fino ad un anno ed è procedibile d'ufficio
C’era un finto onorevole Daniele Marantelli che, su Facebook, aveva aperto una pagina spacciandosi per il politico del Partito Democratico. E lui lo ha denunciato alla procura della repubblica. «Ho scoperto tutto un giorno – spiega il deputato – quando una persona che conosco mi ha fermato e mi ha detto di essere diventato mio amico su facebook. Io non uso questi sistemi, non so neanche come entrarci. Mi sono insospettito e quando sono andato a guardare ho visto che c’era qualcuno che si spacciava per me, e che aveva inserito una serie di notizie per attaccarmi politicamente».
Il reato di sostituzione di persona è punito con la reclusione fino ad un anno ed è procedibile d’ufficio. Il deputato ha presentato la denuncia penale per cercare di capire chi fosse il suo sosia: ha chiesto e ottenuto che il sito venisse "depurato": «Se qualcuno mi vuole attaccare lo può fare con tutti i mezzi consentiti dalla legge – afferma – ma non usando il mio nome».
Nella pagina, l’anonimo usurpatore aveva sostanzialmente ripescato l’intervista de Le Iene in cui il deputato varesino si allontanava a larghi passi dall’intervistatrice che gli aveva posto una domanda sull’unità d’Italia. L’onorevole rivela però che non è la prima volta che si trova sotto attacco informatico: «Il mio sito internet, in cui inserisco i discorsi parlamentari e le iniziative politiche, è stato vittima di un attacco informatico tempo fa. Anche in quel caso ho sporto denuncia alla polizia postale e sto aspettando che vengano individuati i responsabili».
Inoltre, su facebook Daniele Marantelli è oggetto da tempo di alcune pagine create ad hoc per attaccarlo. C’è un finto fan club e anche una pagina segnalata come "organizzazione" che lo ritrae vestito da superman e cerca di metterlo in ridicolo. «Sono operazioni squallide – commenta l’onorevole, comunque so come difendermi e non drammatizzo – continuo a lavorare per la città».
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