L’ultima lezione di Carlo Maria Martini

Il sindaco Edoardo Guenzani ricorda con una lettera aperta la figura dell'arcivescovo emerito di Milano, che proprio a Gallarate ha trascorso gli ultimi anni della sua vita

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del sindaco di Gallarate Edoardo Guenzani, che ricorda la figura del Cardinal Martini, che ha trascorso gli ultimi anni di vita nella comunità dell’Aloisianum

Responsabilità. Questa è la prima parola che penso mentre mi appresto a raggiungere Milano per l’ultimo saluto all’arcivescovo emerito Carlo Maria Martini.
Forse sarebbe più semplice rifugiarsi nell’emotività o ricorrere al campionario dei luoghi comuni. Così facendo, però, dimostrerei (dimostreremmo) di non avere capito il significato di una parabola umana dai contenuti profondi, universali, profetici. Ovviamente non pretendo di “comprendere”, dunque di poter abbracciare e contemplare con uno sguardo, l’esperienza terrena di un gigante del nostro tempo. Avverto, però, la necessità di lanciare un appello affinché l’insegnamento di Carlo Maria Martini resti vivo e operante.
Sarebbe riduttivo ricordare solo la preparazione culturale, la statura morale, la saldezza religiosa o persino quella prestanza fisica che, a lungo, ha consentito all’arcivescovo di affrontare con vigore i tanti impegni del suo magistero. A rendere più preziosi i suoi talenti è stata la volontà di condividere, comunicare, insegnare, mettersi a disposizione. Per utilizzare l’efficace espressione che titola una delle sue lettere più note, l’arcivescovo ha saputo davvero “farsi prossimo”.
Grazie a lui, l’approfondimento delle diverse fedi non è rimasto fine a se stesso ma ha innescato il dialogo interreligioso. La sensibilità sociale non è stata costretta nel recinto dei buoni sentimenti, facendosi osservazione attenta e azione. La cultura generata dallo studio, lungi dall’essere semplice arricchimento personale, gelosamente custodito, è diventata un patrimonio a disposizione di tutti. La Parola si è fatta strumento educativo, scuola per le giovani generazioni. L’intera esistenza dell’arcivescovo ha assunto una connotazione pastorale.
Gallarate ha avuto il singolare privilegio di ospitare all’Aloisianum Carlo Maria Martini negli anni della giovinezza e degli studi, poi in quelli della vecchiaia. Quasi due parentesi all’interno delle quali si è svolto un percorso fertile. Commuove pensare che proprio a Gallarate il cardinale abbia impartito la sua ultima lezione: l’accettazione della malattia e l’affidamento fiducioso alla preghiera.
Essere entrati in contatto con una simile personalità ascoltandone la predicazione, partecipando alla Scuola della Parola o leggendo qualcuno dei suoi libri comporta, dunque, una grande responsabilità. Quella di chi, d’ora in avanti, è chiamato a custodire e a mettere in pratica il più possibile gli insegnamenti di un buon pastore che ha segnato in modo così profondo la vita della diocesi ambrosiana e della Chiesa.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Settembre 2012
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