Province, Gallarate sceglie Varese

Parziale accordo in consiglio comunale sul testo che chiede di garantire l'unità della provincia, riconoscendo però anche il territorio omogeneo dell'Asse del Sempione, da Sesto Calende a Busto

Gallarate sceglie di stare con Varese e chiede un riconoscimento della specificità del Basso Varesotto all’interno della futura "macroprovincia"che potrebbe arrivare a comprendere tutta l’area tra Milano e le Alpi. La discussione in consiglio comunale è stata lunga e costellata da pause per cercare un accordo tra maggioranza di centrosinistra e opposizione. Alla fine è passata la delibera che punta a trasmettere al Consiglio Autonomie Locali la richiesta che "venga garantita nel processo [di riordino delle province] l’integrità della provincia di Varese, con il riconoscimento di un territorio omogeneo che comprende Gallarate e Busto e i Comuni intorno alle città fino a Sesto Calende e Angera".
Questa posizione – che è simile a quella di Busto nella richiesta di unità per l’Alto Milanese, ma esclude categoricamente la Città Metropolitana – ha avuto l’ok di Pd e lista civica, mentre PdL e Sinistra Ecologia e Libertà hanno votato contro (per motivi diversi). Astenuti invece i rappresentanti della Lega Nord. Non ha partecipato al voto invece il consigliere dell’IdV Edoardo Angotti: l’IdV considera infatti la discussione sulle province demagogica e tardiva, avendo anche preferito l’abolizione totale degli enti intermedi tra Comuni e Regioni.

Nelle settimane passate il sindaco Edoardo Guenzani aveva espresso una posizione interlocutoria sulla possibilità di aderire alla città metropolitana per vicinanza "culturale" a Milano, ma la decisione è mutata sulla base del fatto che con la Città Metropolitana i Comuni rischiano di vedere molto ridotta l’autonomia decisionale sul territorio. Al contempo, difficile pensare ad una organizzazione dell’intero Alto Milanese all’interno della nuova macroprovincia: «La proposta del sindaco di Busto di costituire una forte area omogenea con Legnano e Busto cozza con il fatto che Legnano è già nella Città metropolitana» ha detto il sindaco Guenzani, ricordando che la Città Metropolitana dovrà coincidere comunque (come "minimo") con l’attuale provincia di Milano. Ecco il perchè dunque di una richiesta di tutelare la specificità del Basso Varesotto dentro la provincia.
Scelta condivisa dalla maggioranza: «Quella che ci troviamo a votare è una mera opinione. Non so quanto sia concreta questa discussione tra noi, alla luce del percorso previsto dalla legge» ha esordito il capogruppo del Pd Giovanni Pignataro, convinto che «l’abolizione delle province sarebbe operazioni positive, quando si ripartissero le funzioni tra Comuni e Regioni», mentre l’attuale riordino è una operazione a metà, poco conveniente e corretta. No, comunque, ad entrare nell’area metropolitana milanese: «Nella Città Metropolitana alcuni aspetti fondamentali delle competenze comunali vengono meno, prima tra tutte la programmazione territoriale. Gallarate diventerebbe estrema periferia della città di Milano, con scarsa capacità decisionale visto il peso demografico». Di fronte all’analisi approfondita del futuro assetto, il PdL – per bocca di Massimo Bossi – ha anche riconosciuto in parte che «aver ripensato la collocazione della città di Gallarate» rispetto alle iniziali dichiarazioni del sindaco «è un punto di forza e di merito» (di qui il voto d’astensione).

Molto critica sul riordino la Lega, che da un lato boccia in toto il riordino imposto dal governo Monti («il Nord pagherà e al Sud si andrà avanti come prima», tuona Antonio Trecate), dall’altro critica anche il percorso scelto a livello locale per arrivare ad esprimere il parere della città: «Non si può affrontare un tema così importante senza consultare la cittadinanza, magari anche con un referendum» ha ribadito il capogruppo Paolo Bonicalzi. Per la cronaca, i consiglieri leghisti hanno anche espresso la contrarietà indossando la felpa Varèes con loghi insubrici (clicca qui per la foto di grandi dimensioni). 

Il voto: la proposta di testo della maggioranza ha raccolto il via libera di Pd e lista civica, l’astensione della Lega Nord e ha registrato il voto contro di PdL e Sel (oltre all’assenza dell’IdV). Bocciata invece la mozione del PdL che chiedeva di salvaguardare la specificità della provincia di Varese, da tenere distinta dalla "macroprovincia" pedemontana che riunirebbe Varese con Como e Lecco (e forse Monza): ha raccolto i voti a favore solo di Lega e PdL, mentre il centrosinistra ha votato contro considerando la proposta irrealizzabile viste le regole stabilite dal governo.

Rettifica: in una prima versione l’articolo riportava l’astensione del PdL in luogo del voto contrario

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Pubblicato il 28 Settembre 2012
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