Come generare fiducia per produrre il cambiamento
Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Imprese Varese, rilancia la tesi presentata in occasione del Congresso Provinciale Straordinario della struttura varesina
Più di 500 imprenditori, domenica 14 ottobre, si sono riuniti nella Sala Napoleonica del Centro Congressi Ville Ponti in occasione del Congresso Provinciale Straordinario di Confartigianato Imprese Varese. Cinquecento imprese coraggiose, determinate, d’accordo sul fatto di affrontare il futuro con occhi completamente diversi. E il messaggio è arrivato forte e chiaro: «La mattina si aprono ancora i cancelli, e il lavoro lo si deve trovare, afferrare e mantenere». Perché «le regole sono cambiate – dichiara Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Imprese Varese – e non si può ripristinare l’ordine lasciato».
Ma come generare fiducia negli imprenditori? Per poter cambiare non ci sono formule ma tesi. Come quella che è stata proposta domenica alla tavola rotonda I nuovi volti dell’impresa: il futuro è già qui?”. Si tratta della somma tra tasse giuste, semplificazione, concorrenza e territorio.
Tasse giuste: adeguate ai bisogni delle imprese e che non deprimano la voglia di fare economia in un libero mercato. Tasse che siano l’espressione di un equilibrio tra gli interessi dell’impresa e quelli dello Stato. E tasse che è giusto pagare ma che devono essere sostenibili, perché ad oggi manca ancora una reale determinazione di ciò che è giusto chiedere agli imprenditori e ciò che non lo è (per esempio, una tassazione iniqua e ormai insostenibile).
Semplificazione: le imprese chiedono – perché ne hanno bisogno – regole certe, chiare e semplici. Attenzione, non si vogliono regole semplici per fare ciò che si vuole ma per migliorare la propria capacità professionale e sostenere la propria competitività. Le regole-che-regolano-le-regole non servono, a maggior ragione in un momento di cambiamento economico e sociale. È per questo che si deve riacquistare il concetto di “qualità normativa” cioè quella capacità di generare regole determinando, da subito, l’impatto che potrebbero avere sulla conduzione quotidiana di un’impresa. Regole chiare e semplici garantiscono un rispetto delle stesse, controlli più facili e maggiore legalità.
Concorrenza: gli imprenditori vogliono più mercato. Ancor più di quanto ce ne possa essere oggi, perché il mercato – sino ad ora – è stato condizionato da mille regole e da troppe risorse pubbliche che impigriscono l’intraprendenza, l’assunzione di responsabilità sino a favorire la corruzione. Invece, si deve combattere la disuguaglianza con la concorrenza per esaltare le differenze produttive, e affiancare le imprese nel raggiungere ciò che permette loro di distinguersi dagli altri colleghi. Sostenere e diffondere le pari opportunità tra le persone, pensando anche a tutti quei giovani che hanno idee e senso del rischio. Ciò non vuol dire “togliere la politica” dal mercato ma chiedere ad essa di garantire un mercato libero, concorrente, basato sull’etica e sulla legalità e che tuteli il diritto di proprietà. Un mercato “libero” permette di far emergere meriti e capacità.
Territorio: se è virtuoso, se sa attrarre capitali e sperimentazione, università e centri di ricerca, il territorio diviene un elemento strategico nell’operare di un’impresa. Perché un territorio “favorevole” attira risorse e, in questo modo, crea un circuito di ricchezza da produrre e da esportare. Perché il territorio non deve essere sfruttato ma valorizzato: così facendo è in grado di generare quella ricchezza che ancora manca.
Fiducia: è il risultato di questa “somma a quattro”. Perché l’impresa ha anche bisogno di poter essere “facilitata” nel prendere scelte responsabili e da condividere. La fiducia nasce dal poter lavorare con coscienza e in assoluta trasparenza. Fiducia che parte dall’esigenza di distinguersi, dal prendere atto che si vive ormai in un momento di incertezza nel quale si opera in concorrenza ma si può anche collaborare. Una fiducia che gli imprenditori costruiscono giorno dopo giorno abbattendo le barriere, investendo nella conoscenza, nelle capacità e nell’innovazione. Una fiducia che, infine, educhi i giovani ad essere gli imprenditori di domani, nell’esaltazione di quel ruolo civile e sociale che da sempre esercita la piccola impresa.
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