Scapolan: “Non ci sono divisioni, lavoriamo insieme”

Nel primo discorso dopo l'elezione, il nuovo presidente della Camera di Commercio ha ricordato l'importanza del bene comune. Primo obiettivo: «formare una nuova classe dirigente»

Con 18 voti a favore Renato Scapolan è diventato presidente della Camera di Commercio di Varese. Il suo «antagonista», il presidente uscente Bruno Amoroso, ne ha portati a casa 9. Il resto della conta elenca 4 schede bianche e una nulla. Non appena è stato eletto, Scapolan ha voluto subito porre fine ad ogni polemica. «Non ci sono contrapposizioni – ha detto il nuovo presidente – e le elezioni che si sono svolte oggi non hanno nessuna implicazione per il futuro, ma soprattutto non credo che si possa affermare che ci siano divisioni all’interno del consiglio camerale. Il segretario generale Mauro Temperelli ha tutta la mia stima e non ci saranno cambiamenti».
Scapolan si definisce un sincero. Uno che parla con il cuore più che con la lingua: «Sono uno che commette un sacco di errori, è vero, ma sono spontaneo» e sull’unità di intenti non ha dubbi: «Ci sono delle peculiarità di rappresentanza sui sistemi delle imprese, ma l’intento condiviso che hanno tutti i singoli rappresentanti è quello del bene comune del sistema economico della nostra provincia».

L’elogio dell’ente – «La Camera di Commercio è un punto di raccolta e di confronto, è una macchina molto potente che lavora in modo eccezionale con dei collaboratori guidati dal nostro segretario generale Temperelli (a sinistra nella foto scattata subito dopo l’elezione), che sono in grado di soddisfare tutte le aspettative di questo territorio. Per cui non ci sono divisioni ma visioni diverse e poiché il sistema democratico funziona con la conta dei numeri ciò non vuol dire che gli intenti debbano essere diversi». 

I dirigenti del futuro – «Questo consiglio dovrà avere come obbiettivo la formazione di una nuova classe dirigente della Camera di Commercio, in tutti i settori e con pari opportunità, per essere pronti a sostituirci in futuro. Noi dobbiamo mantener forte il nostro sistema produttivo e scongiurare quello che sta succedendo in altre zone del paese, consapevoli che i tempi dell’economia sono diversi da quelli della politica. Ma se gli input che arriveranno dalla politica sono precisi e puntuali, allora potranno incontrare le nostre necessità».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Ottobre 2012
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