Sel: “Privatizzazione mascherata dell’acqua”
Il partito di Vendola si schiera contro il presidente della provincia Galli che starebbe trattando con i comuni principali l'ingresso dei privati nell'ato
La segreteria provinciale di Sel prende posizione contro le modalità con cui la provincia sta organizzando l’Ato di Varese e parla di privatizzazione mascherata.
La nota si intitola «Si fa in fretta a cancellare l’esito di un referendum». Il tetsto è duro: «Basta riunirsi nelle segrete stanze e mettere i tanti cittadini di fronte al fatto compiuto: la privatizzazione mascherata dell’acqua. E’ quello che sta facendo il presidente della provincia di Varese Dario Galli, che in tutta fretta, entro la fine dell’anno, vuole costituire una SPA per la gestione dell’ATO provinciale. Una SPA al momento, bontà sua, a capitale pubblico. Con il nodo del Comune di Varese che per entrare dovrebbe prima ricomprare le quote a suo tempo vendute ad A2A. Una spesa elevata e nei progetti di Galli forse persino inutile, visto che è ormai palese il progetto di iniziare con una SPA a intero capitale pubblico per poi aprirsi al privato. Basterà fare entrare Varese e per A2A il gioco sarà fatto. Da lì alla costruenda multiutility del nord la strada diverrà breve».
Secondo Sel è in atto una manovra errata: «Per farlo il presidente della provincia tenta di coinvolgere i 4 comuni più grandi (Varese, Gallarate, Busto, Saronno) con incontri riservati che escludono gli altri 137 comuni della provincia.
Ma qualche crepa nel progetto di celata privatizzazione inizia a crearsi, a partire dai comuni di Saronno e Caronno Pertusella che da subito si sono contrapposti a queste logiche e anche grazie alla costante attività del Comitato provinciale per l’acqua bene comune.
Da diversi comuni oggi viene la richiesta di discutere la forma di gestione, di ragionare anche su una possibile azienda speciale consortile per salvaguardare davvero l’acqua pubblica. Perché gli effetti della sua privatizzazione sono noti: non si tratta di ipotizzare catastrofi, basta andare a vedere quel che è successo là dove l’acqua è divenuta una merce privata da vendere: aumento dei costi dei servizi per i cittadini, peggioramento delle condizioni dei lavoratori del settore, azzeramento degli investimenti in nuove reti, impianti e tecnologie, spreco di risorse naturali, drastica riduzione degli spazi di democrazia e partecipazione».
La posizione del partito di Vendola è a difesa del referendum del 2011: «Sinistra Ecologia Libertà chiede che l’esito referendario venga rispettato, che le scelte sulla futura gestione dell’ATO diventino pubbliche. Che cioè si esca dalle stanze, si termini la pratica degli incontri chiusi e si permetta ai cittadini di sapere e partecipare. Di fare valere il voto espresso al referendum vinto.
In questa direzione saranno impegnati tutti i nostri consiglieri comunali e amministratori: là dove siamo opposizione e, con ancor più determinazione, là dove condividiamo il governo cittadino con il centrosinistra che, lo ricordiamo, insieme a noi ha sostenuto il referendum. E che insieme a noi deve pretenderne il rispetto».
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