Venti alunni di 13 nazioni: al via la scuola inteculturale
Togo Senegal Perù. Ma anche Albania Marocco ed Ecuador: sono queste alcune delle provenienze degli allievi del centro di prima alfabetizzazione arrivato al terzo anno
Diciannove bambini provenienti da tredici paesi diversi. Sono gli alunni del Centro di prima alfabetizzaione che lunedì scorso ha iniziato l’anno scolastico all’elementare Galilei di Avigno. In cattedra la maestra Cinzia, che da tre anni segue i ragazzini appena arrivati in Italia e li aiuta a inserirsi nelle classi di riferimento. Italiano ma anche cultura e territorio sono le materie che i piccoli allievi sono chiamati a imparare con lezioni ad hoc prima di tornare a seguire il percorso didattico dei compagni.
Dopo due anni alla media Vidoletti, il Centro si è spotato alla vicina primaria: « Siamo ancora in fase sperimentale – spiega l’assessore ai servizi educativi Enrico Angelini – avevamo deciso di individuare una sede con il coinvolgimento del dirigente così da costruire una realtà di riferimento nella nostra città. Gli stranieri oggi rappresentano l’11,7% della popolazione e la loro integrazione è fondamentale».
Dopo il tentativo di cercare una sede più comoda e centrale alla città, il centro è stato collocato ancora in un istituto periferico che, però, offre ampi spazi sia interni sia esterni: « Il nostro obiettivo è quello di dare stabilità al progetto – commenta il preside Antonio Antonellis – in maniera che i ragazzi non
si sentano emarginati ma parti integranti di un percorso formativo omogeneo. Sarebbe auspicabile, quindi, creare anche un "POF" (piano dell’offerta formativa) allargato che ricomprenda le famiglie. Sarebbe auspicabile avere dotazioni tecnologiche e laboratori con cui insegnare per abituare i ragazzi a ciò che troveranno poi nelle classe dove proseguiranno il cammino. Magari ottenere qualche sponsor privato». In questo momento, gli alunni del centro arrivano da tutti gli istituti comprensivi cittadini, con una prevalenza ( 12 alunni ) dal comprensivo Don Rimoldi). Tante le nazionalità rappresentate: uno dal Togo, uno dal Senegal, cinque dalla Cina, due da santo Domingo, due dalla Filippine e anche dall’Ecuador e dal Perù.

L’esperienza varesina viene considerata pilota a livello regionale. La nostra provincia si colloca al quarto posto per presenza di stranieri e il centro di integrazione è guardato come un modello da esportare: « Il progetto è possibile grazie al programma "Rete vie" che vede coinvolte tutte le istituzioni : comune, scuole e Ufficio scolastico provinciale – spiega la referente dell’Usp Paola Benetti – Nella nostra provincia ci sono molte esperienze positive che mirano all’alfabetizzazione dei ragazzi stranieri appena arrivati. Si tratta di esperienze diverse ma tutte molto valide».
Oltre alla maestra Cinzia, due educatrici comunali aiutano i ragazzi nelle ore di scuola di integrazione. Oggi lezione speciale: si impara l’arte della pizza.
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