Sulla collina della frana si aspettano le rilevazioni
Inizieranno nei prossimi giorni i "carotaggi" nella zona tra il Belvedere e il Ticino, per capire se siano stati seppelliti rifiuti di cantiere. Sotto sequestro anche la terra portata via e "spostata" in zona industriale
Cosa c’è sotto la collina del Belvedere a Somma, "ricostruita" dopo la frana? Settimana scorsa la zona è stata messa sotto sequestro dalla Procura di Busto Arsizio, una parte del materiale naturale che componeva la collina (ghiaione di ottima qualità) sarebbe stato portato via, sotto terra potrebbero essere finiti anche rifiuti e inerti da cantiere. E proprio per questo settimana prossima si inizieranno i "carotaggi"
per scoprire la composizione del terreno della collina, ormai in gran parte consolidato dopo mesi di lavori: obbiettivo, capire se davvero per il consolidamento si siano usati materiali estranei al luogo, forse anche inerti di risulta provenienti da cantieri. La Procura mantiene grande riservatezza sulle indagini in corso, su un intervento che ha coinvolto più imprese (non si sa quale o quali possano essere coinvolte) e che tocca una delle aree più delicate della Valle del Ticino, dal punto di vista ambientale ma anche dal punto di vista idrogeologico (per le pendenze dei costoni, per la presenza delle derivazioni dei Canali Villoresi e Industriale).
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Tra gli elementi certi, ci sono le aree sotto sequestro giudiziario: non solo la collina, ma anche un vasto appezzamento di terreno in via Processione, dove sono state stoccate diverse centinaia di metri cubi di ghiaione. Una montagnola estesa per una cinquantina di metri in lunghezza e alta anche tre metri, formata dal terreno scaricato dai camion che risalivano dalla valle o venivano dall’area del Belvedere. Qui (come anche nei giorni della frana) si coglie la qualità del materiale: la costa della valle del Ticino era ed è composta di ghiaione quasi puro, adattissimo all’uso nel ciclo del cemento.
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