Anticipo della cig per i lavoratori delle cooperative in crisi
Confcooperative ha firmato un accordo con la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate per l'anticipo della cassa integrazione. L'accodo ricomprende i 61 lavoratori della coop. Primavera. La banca mette a disposizione un fondo di un milione di euro

«È una dimostrazione di autosufficienza del sistema cooperativo» dice Luca Barni, direttore della Bcc e membro del consiglio provinciale di Confcooperative.
È il quarto accordo che l’istituto di credito sottoscrive dall’inizio della crisi, interventi che hanno permesso di anticipare la cassa integrazione a 400 famiglie. «Si tratta di operazioni a costo zero – continua il direttore della Bcc – la banca paga il lavoro dei nostri impiegati e anche il bollo richiesto dallo Stato. Noi siamo una banca del territorio e abbiamo il dovere di intervenire».
L’accordo servirà a sostenere anche i 61 lavoratori della cooperativa Primavera , sulla quale c’è un’indagine giudiziaria in corso, che non rientrano nel passaggio di appalto. «Abbiamo chiesto aiuto all’interno della nostra associazione – dice Nicola Abalsamo, direttore di Confcooperative – perché il mondo della cooperazione è stato in grado di fronteggiare la crisi. In questi momenti le persone si guardano intorno e stringono legami solidali a differenza dei momenti di crescita economica, dove noi facciamo più fatica perché siamo più lenti e meno reattivi, mentre gli altri tendono a buttarsi individualmente nel business».
In termini tecnici questa tendenza si definisce anticiclica. Paradossalmente, quindi, una ripresa economica sarebbe negativa per il mondo cooperativistico. Barni, sorride e specifica: «Questo rapporto con la Bcc servirà anche nei momenti di ripresa, perché noi faremo da stimolo affinché anche le cooperative diventino più reattive rispetto alla crescita».
Confcooperative in provincia di Varese ha numeri interessanti: 20 mila soci, 5mila occupati, 120 milioni di fatturato, 230 cooperative associate di cui una di pescatori, quelli del lago di Varese. «Sentiamo la responsabilità di questo momento – conclude Barni – e come banca stiamo studiando forme di microcredito e interventi più evoluti perché quando si ricomincerà a crescere, anche le cooperative dovranno essere competitive».
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