Alla Unendo Yamamay non riesce il miracolo
Inizio da incubo per Busto Arsizio nella semifinale di Champions League, poi rientra Lloyd e le biancorosse rimontano due set di svantaggio. Al tie break una strepitosa Montano trascina il Rabita in finale
Il sogno della Unendo Yamamay svanisce crudelmente al tie break: a Istanbul la squadra di Carlo Parisi non riesce nell’impresa contro il Rabita Baku, e dopo aver recuperato due set di svantaggio si arrende nettamente al tie break della semifinale di Champions League. Diciamolo subito: successo meritato quello della squadra di Abbondanza, trascinata da una Montano in forma davvero stellare, che chiude con 43 punti (!) e il 62% in attacco, andando a segno 6 volte nel solo set decisivo. Contro fenomeni del genere serve un miracolo e Busto Arsizio (nella foto CEV, Valentina Arrighetti) è andata a un passo dal compierne uno doppio, domando le favoritissime azere e rientrando un partita dopo un inizio disastroso che non lasciava alcuna speranza in chiave qualificazione. Cosa è successo nel terzo e nel quarto set? Inevitabile citare il rientro di Carli Lloyd, gettata nella mischia in corsa da Parisi: la palleggiatrice californiana, che non vedeva il campo da tre mesi esatti, torna a incantare e fare la differenza, in termini non soltanto di regia, ma anche di carattere, determinazione e volontà. Con Carli in campo la Yama torna a credere nei propri mezzi, ritrova la fiducia in battuta e a muro e l’efficacia in attacco (Brinker chiude con il 43%, Kozuch con il 40%). Certo, parallelamente c’è da registrare il calo del Rabita, che sconta la serataccia di Cruz (20% in attacco e 3 ace subiti) e i troppi errori in battuta. Ma la Champions è la Champions e quando c’è da giocare la corazzata di Baku ritrova il ritmo giusto, dominando il tie break dal primo all’ultimo punto. Domani affronterà in finale la vincente del derby di Istanbul, mentre a Busto toccherà la sfida per il terzo posto: verdetto amaro e difficile da digerire, perché a un certo punto lo storico traguardo era sembrato davvero vicino. Ma le farfalle escono dalla loro prima Champions League con la consapevolezza di aver dato tutte se stesse, nel bene e nel male: lo sappiano i tifosi a casa come quelli al Burhan Felek, instancabili e spettacolari anche nel tempio del volley turco.
LA CORNICE – Si apre il cielo su Istanbul dopo la pioggerellina del venerdì. Al Burhan Felek il riscaldamento inizia in un clima da discoteca, con tanto di luci stroboscopiche e “L’ombelico del mondo” come omaggio sonoro all’Italia. Imponente la macchia rossa dei tifosi della Unendo Yamamay, più di 150; dall’altra parte i supporter del Rabita sventolano bandieroni azeri. Progressivamente, a partita in corso, il palazzetto si colora di giallorosso: arrivano i tifosi del Galatasaray, in attesa della seconda semifinale.
La novità della giornata, annunciata solo poche ore prima della partita (così come i nomi degli arbitri), è la moviola in campo: la tecnologia di video verification sarà sperimentata proprio in queste finali, solo per i palloni finiti nelle vicinanze della riga, e ogni squadra potrà chiamarla in causa al massimo due volte per set. Tecnologie che salgono alla ribalta e altre che tradiscono: in una manifestazione di tale importanza e prestigio la connessione wi-fi dovrebbe essere una certezza, invece… sorvoliamo.
LA PARTITA – Parisi decide di non rischiare Carli Lloyd e manda in campo la stessa formazione delle ultime partite, con Caracuta in regia; in panchina anche Faucette. Anche Abbondanza conferma le sue scelte più recenti, lasciando fuori Grun per Rabadzhieva.
L’avvio di gara non potrebbe essere peggiore per la Unendo Yamamay: Montano e Akinradewo dimostrano subito tutte le loro qualità offensive per lo 0-3, Cruz si fa viva a muro su Arrighetti per l’1-7 e mette dentro anche il servizio vincente del 2-10. Busto subisce 3 ace, non trova le misure a muro e soprattutto si ferma al 29% in attacco: inevitabili il 7-16 firmato da Montano e il 12-21 di Cruz. Il muro di Rabadzhieva su Kozuch chiude un set da dimenticare, e il secondo non inizia meglio: ancora Akinradewo e Montano firmano il 3-8, poi la colombiana mura Brinker per il 7-15. A questo punto arriva la mossa della disperazione di Parisi, che richiama in campo prima Faucette e poi, soprattutto, l’attesissima Carli Lloyd. La sola idea di poter contare di nuovo sulla regista statunitense sembra risvegliare la Yama, che prova a recuperare qualcosa con Kozuch (14-19); non basta comunque per fermare l’incredibile Montano, a segno 8 volte in questo set e propiziatrice del 16-25 finale. Troppo negativa in questo set la ricezione di Busto (39% di positività), mentre sale l’attacco soprattutto grazie a Marcon.
L’avventura europea delle farfalle sembra destinata a concludersi molto presto, ma le ragazze di Parisi, con Lloyd confermata nel sestetto, rientrano in campo con tutt’altro piglio: in avvio di terzo set si lotta punto a punto (2-3, 4-5) e dal 5-7 infilano un parziale di 4-0 con tre muri consecutivi di Kozuch, Marcon e Arrighetti. È questo il segnale della svolta: Abbondanza, preoccupato dei consueti cali di rendimento delle sue, cambia Rabadzhieva con Grun, ma Busto adesso è in partita e passa avanti 12-10 con Marcon. Il Rabita non molla, ritrova il vantaggio sul 15-16 con la solita Montano e si prepara alla volata finale: duello tra la colombiana e Kozuch per il 19-19, poi finalmente la numero 7 sbaglia per il 23-22. Un attacco out assai dubbio fischiato ad Arrighetti procura al Rabita la palla per chiudere la partita (23-24), ma le azere fanno la frittata sbagliando la battuta e annullando il match point. Non è il primo errore e non sarà l’ultimo: ancora due servizi out sul 26-26 e sul 27-27, la Yama ringrazia e al terzo tentativo riapre l’incontro con un muro di Brinker su Montano.
La Unendo Yamamay ha ritrovato lucidità e concentrazione e lo dimostra il quarto set, in cui la battuta biancorossa mette finalmente in crisi Cruz e Castillo – fin lì perfetta – e l’attacco, trascinato da una trasformata Brinker, sembra quello dei giorni migliori. Busto recupera in un amen il 2-5 iniziale, proprio grazie agli ace di Brinker e Marcon. Sul 10-10 arriva la fuga decisiva: ancora due ace di Brinker per il 4-0 che spinge le italiane verso il tie break. Il Rabita perde la testa, Arrighetti firma un altro servizio vincente (16-11) e la scatenata Brinker va a firmare addirittura il 20-13; nel finale c’è spazio per la solita Montano – che anche quando gioca “male” tocca il 55% in attacco – prima dell’attacco di Bauer che chiude la contesa.
Ora l’incredibile rimonta sembra a un passo, ma bastano pochi punti per capire che le cose stanno diversamente: doppio muro di Krsmanovic su Arrighetti per l’1-3, altro muro di Montano ed è subito 2-6. Il resto lo fa tutto la colombiana: suoi i punti del 3-8 e del 4-12. Le pile di Busto sono ormai scariche, Brinker è l’ultima ad arrendersi, ma Akinradewo chiude i conti con l’attacco e l’ace del 6-15 che fa volare il Rabita in finale.
L’ALTRA SEMIFINALE – Vicino al pienone il Burhan Felek per il derby di Istanbul: i tifosi del Galatasaray sono molti di più – e cantano un inno modellato su "O bella ciao" – ma quelli del Vakif si fanno rispettare. Il primo set è quello che probabilmente decide l’incontro, perché la squadra di Barbolini, avanti 4-8 e 13-16, si fa raggiungere sul 20-20 da un Vakif che piazza il 59% di palloni in attacco; nel finale due chance non sfruttate da Lo Bianco e compagne per chiudere (23-24, 25-26), decidono un muro di Toksoy e una "doppia" di Molnar. Il Galatasaray accusa il colpo e sul 13-13 del secondo set subisce un break di 8-0 che manda la squadra di Guidetti in vantaggio di due set. Nel terzo il Vakif sembra destinato a chiudere in fretta, ma dal 16-11 arriva un controbreak di 0-6 per il Galatasaray, che rientra in partita. Sul 21-21 ci pensa però Sonsirma a procurare tre set point alle sue, che al primo tentativo chiudono grazie a un errore avversario.
Poco da rimproverare al Galatasaray, che sconta le note difficoltà in ricezione e una serata così così di Gioli, ma soprattutto i troppi errori in attacco (6 di Ozsoy). Il Vakif, alla 35esima vittoria su altrettante partite in stagione, può contare su un ottimo servizio – 6 ace per soli 4 errori – e su percentuali altissime delle sue attaccanti: Brakocevic firma 21 punti con il 62%, sarà uno spettacolo la sfida diretta di domenica con Montano.
Rabita Baku-Unendo Yamamay Busto Arsizio 3-2 (25-14, 25-16, 27-29, 19-25, 15-6)
Rabita: Rabadzhieva 6, Grun 3, Skorupa 3, Krsmanovic 7, Montaño 43, Cruz 6, Castillo (L), Fomina ne, Golubovic ne, Starovic ne, Akinradewo 18, Zhukova ne. All. Abbondanza.
Busto: Faucette 1, Lloyd 1, Brinker 14, Leonardi (L), Marcon 13, Bauer 10, Kozuch 20, Lombardo, Arrighetti 7, Caracuta, Pisani ne, Bisconti. All. Parisi.
Arbitri: Zahorcova (Repubblica Ceca) e Rodriguez Jativa (Spagna).
Note: Spettatori 3500 circa. Rabita: battute vincenti 2, battute sbagliate 15, attacco 50%, ricezione 64%-40%, muri 15, errori 24. Busto: battute vincenti 7, battute sbagliate 4, attacco 39%, ricezione 59%-46%, muri 8, errori 25.
Vakifbank Istanbul-Galatasaray Daikin Istanbul 3-0 (28-26, 25-17, 25-21)
Vakif: Sonsirma 18, Guresen (L), Brakocevic 21, Glinka 7, Gurkaynak, Hocaoglu ne, Onal, Toksoy 3, Furst 8, Uslupehlivan ne, Naz Aydemir 2, Kimura.
Galatasaray: Barut 2, Ilyasoglu 1, Sano (L), Cayirgan, Molnar 1, Alikaya 1, Calderon 19, Ozsoy 13, Lo Bianco 1, Yurtdagulen 1, Gioli 7, Arslan. All. Barbolini.
Arbitri: Gradinski (Serbia) e Mokry (Slovacchia).
Note: Spettatori 6500. Vakif: battute vincenti 6, battute sbagliate 4, attacco 52%, ricezione 55%-40%, muri 8, errori 18. Galatasaray: battute vincenti 2, battute sbagliate 7, attacco 40%, ricezione 58%-38%, muri 6, errori 21.
Finale per il terzo posto domenica 10/3 ore 13 (ora italiana)
Finale domenica 10/3 ore 16 (ora italiana)
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