È nata una “cosa nuova”: la Cisl dei laghi

Alle Ville Ponti si è tenuto il primo congresso della nuova organizzazione sindacale nata dalla fusione di Varese e Como. Un passo necessario: «Unire le forze per liberare risorse»

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L’unione della Cisl di Varese con quella di Como era una questione che coinvolgeva «il cuore e la mente», per dirla con le parole del segretario varesino Carmela Tascone. Una piccola rivoluzione culminata nel primo congresso delle Ville Ponti segnato da una partecipazione significativa delle «consorelle» Cgil, Uil e del sindacato svizzero, delle associazioni datoriali (Cna, Artigiani, Api e Univa), della Camera di Commercio, dei sindaci di Varese e Como, del prefetto comasco e del consigliere regionale del Pd Alessandro Alfieri.

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«Uniti» recitava lo slogan del congresso e i delegati presenti nella Sala Napoleonica hanno risposto con un voto all’unanimità. Le due segreterie si fonderanno in una e la neonata Cisl dei Laghi sarà guidata da Carmela Tascone.
Un passo necessario. «Unire le forze per liberare risorse» dice il segretario varesino, anche se tutti sono consapevoli che non saranno poche le resistenze al cambiamento.

Le relazioni di Gerardo Larghi (foto sotto), segretario della Cisl di Como, e della sua omologa varesina sono molto diverse tra loro. Entrambe però si ricollegano alla migliore tradizione cattolica italiana, in particolare alla democrazia del valore umano, così cara ad Aldo Moro. Non è, dunque, un caso che nelle conclusioni il nuovo segretario citi esplicitamente l’esempio dei padri fondatori. [le foto id=40544]

Colpisce il riferimento di entrambi ad alcune recenti affermazioni di Papa Francesco. Poiché anche il sindacato è un potere, per il segretario Tascone diventa fondamentale «rinnovarsi per servire meglio chi rappresentiamo» mantenendo un profilo di «sobrietà». E ancora: «al rispetto della persona debbono ordinarsi società e stato».
Larghi cita la dottrina sociale della chiesa che permette di individuare «una terza via tra un capitalismo aggressivo e individualista che abbandona ognuno al proprio destino, lasciandolo solo di fronte ai propri bisogni, e uno statalismo tanto pretenzioso quanto sovente costoso e scarsamente efficace».

Le due relazioni hanno affrontato anche i temi caldi del momento senza fare sconti alla politica e a chi, pur avendo avuto un larghissimo consenso della popolazione (leggi Movimento 5 stelle), «si ostina a non volersi assumere la responsabilità del cambiamento». Tascone e Larghi non nascondono la preoccupazione per una crisi che continua a falcidiare posti di lavoro e per l’imminente esaurimento della cassa integrazione in deroga da cui dipendono in Lombardia 30 mila persone. C’è poi il nodo di Malpensa e le sorti di Sea Handling e di 2.500 lavoratori, problemi che devono trovare risposta sul piano delle politiche attive che, secondo Tascone, andrebbero estese anche a chi oggi non è garantito.
Contrattazione, formazione e confederalità sono i cardini su cui ha lavorato il gruppo dirigente comasco. Larghi richiama l’insegnamento dell’economista Luigino Bruni e la necessità di recuperare un senso di comunità. Avere una storia ricca e gloriosa non basta però ad alimentare una «cosa nuova» e complessa come la Cisl dei laghi. E così il segretario comasco chiede aiuto ad un altro Francesco, il santo d’Assisi: «Cominciate a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile e alla fine vi sorprenderete a fare l’impossibile».
La Cisl di Varese e quella di Como l’impossibile l’hanno già fatto.

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Pubblicato il 19 Marzo 2013
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