Agostinelli ha accettato il rilancio di Rosati

Non solo playoff ma addirittura la Serie A; il presidente ha chiesto tutto al nuovo tecnico e non è stato tenero con i suoi giocatori. Basterà a invertire la rotta?

Se nei minuti immediatamente successivi alla bruttissima sconfitta del Varese a Vercelli avevamo chiesto delle risposte concrete, queste non si sono fatte attendere da parte della società biancorossa. Un sms allo fischio finale del “Piola”, una corsa a Milano, due ore di chiacchierata notturna nell’hotel dove Andrea Agostinelli aveva deciso di alloggiare dopo l’impegno da commentatore in Mediaset.
Il cambio di panchina a Masnago si è deciso lì, ma come ha rivelato il presidente Rosati, era “in ghiacciaia” da tempo «perchè una società come la nostra programma le sue mosse, anche se la speranza era quella di non dover ricorrere a questa». Ecco dunque Agostinelli, con un compito che – detto così – pare roboante e impegnativo al massimo. Non solo i playoff ma la Serie A da conquistare: sono le parole dello stesso Rosati in sede di presentazione, che suonano come uno di quei rilanci che si fanno sul tavolo verde. Si tratta comunque di un azzardo, che però per quanto complicato potrebbe anche pagare. Parole comunque grosse per un tecnico che non dirige una squadra da tempo e che è reduce da una serie di esoneri non proprio incoraggianti, anche se Agostinelli dal suo punto di vista ha ragione a sottolineare che alcuni di questi sono stati quantomeno inusuali (su tutti quello da capolista a Salerno, con poche partite da disputare). E forse che, proprio per questo, ha poco da perdere nell’accettare la sfida.
Il neo allenatore biancorosso, nella sua prima uscita nella sede di via Manin, ha insistito su un tema: quello di dare una scossa alla squadra partendo dalla “testa” prima ancora che dalla parte tecnica. Probabilmente ha ragione, visto che alla partita di Terni mancano tre giorni (viaggio incluso) e che da qui all’ultima di stagione regolare sarà una vera e propria corsa contro il tempo. Il lavoro mentale però non può bastare, perché le carenze viste nelle ultime partite – in difesa, ma anche in fase di costruzione del gioco – non si risolvono solo con lo psicologo o l’elettroshock del cambio del tecnico.
Di certo l’avvicendamento toglie (come sempre) alibi alla squadra: Rosati, pur smussando le sue parole, non è certo stato tenero quando ha parlato di mancato rispetto della maglia da parte dei giocatori e dicendo di non voler più tollerare certi atteggiamenti. Significativo l’esempio che ha portato: «Se un commerciale della mia azienda passa le giornate sui campi da golf ma poi porta i risultati sono ugualmente contento. Ma se non fa guadagnare la ditta, probabilmente lo licenzio». Forse quindi il presidente si è accorto di aver mollato un po’ troppo le redini e in questo modo ha lanciato un messaggio chiaro e tondo ai suoi giocatori, sperando che non sia tardi.
Da oggi dunque largo alla gestione Agostinelli, che come sempre andrà giudicata dai risultati ottenuti in campo: il tecnico anconetano ha per prima cosa detto ai suoi nuovi giocatori che la classifica permette ancora di conquistare i playoff e da lì dare l’assalto a qualcosa di grande. «Perché chi è già arrivato in Serie A può far capire agli altri quanto sia bello e importante essere lassù. Bisogna avere un’ambizione alta, non giocare per traguardi mediocri». Chissà però se questo Varese ha ancora il tempo e la capacità per invertire la rotta: sabato cominceremo a capirlo.

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Pubblicato il 17 Aprile 2013
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