“Ospedale, i proclami della Lega non bastano”
Prosegue la polemica sul futuro dell’ospeadale cittadino dopo la riunione tra i sindaci del territorio a cui non ha partecipato il presidente della commissione regionale, Fabio Rizzi
Abbiamo in questi ultimi anni denunciato puntualmente quanto stava accadendo al’Ospedale di Saronno: dall’impoverimento dei servizi, ai tempi biblici per le prenotazioni di visite in settori chiave, alla riduzione progressiva dei posti letto. Abbiamo denunciato a più riprese l’impoverimento professionale che le scelte stavano determinando sul presidio ospedaliero cittadino, abbiamo sempre ribadito che questo modello di sanità che esclude il territorio, i rappresentanti dei comuni nelle scelte chiave dell’offerta sanitaria era un modello orientato prevalentemente agli amici affaristi del presidente Formigoni. La condanna di Daccò di questi giorni è lì a testimoniarlo.
Ora, improvvisamente, apprendiamo che tutto è in via di soluzione. Novello Pedretto, il capogruppo di Lega Nord di Saronno, promette miracoli per il nostro ospedale. Lega Nord che ha avuto un ruolo fondamentale in campo sanitario con il suo assessore Bresciani nel governo regionale di Formigoni e ora con il nuovo assessore Rizzi, sempre leghista, è in realtà responsabile, insieme a CL,i di questa continua marginalizzazione dell’ospedale di Saronno.
Ora i proclami non bastano. Il consigliere Veronesi si faccia dire esattamente dal suo assessore leghista quanto intende stanziare per l’ospedale di Saronno, si faccia dire quali sono i reparti di eccellenza che intende potenziare e promuovere, si faccia dire cosa intende fare per difendere le professionalità del presidio. L’idea di sanità immaginata per i cittadini lombardi è quella di un paziente costantemente alla ricerca di un reparto specialistico sparso per la Lombardia. A noi sembra che la lega stia confondendo la cura del malato, con la promozione del turismo sanitario. Con questo modello la distribuzione dei soldi pubblici proseguirà implacabile. Questa è la novità, il miracolo, meglio il degrado, si ripropone e a teorizzarlo sono i leghisti, quelli che un tempo dovevano difendere il territorio.
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