La parte italiana dell’Arcisate-Stabio preoccupa la Svizzera
Drammatico punto della situazione trasmesso giovedì sera dalla trasmissione Falò che ha mostrato come il cantiere della ferrovia che unirà il Ticino a Malpensa stia procedendo bene oltre confine, mentre sia immobile in Valceresio
La Svizzera punta i riflettori sull’Arcisate-Stabio, la costruzione della ferrovia che dovrebbe collegare il Ticino a Malpensa, i cui cantieri sono aperti da anni, con lavori che vanno avanti a singhiozzo, soprattutto nella parte italiana. Il canale principale della Televisione Svizzera, durante la trasmissione Falò, ha mandato in onda giovedì sera, 22 agosto, un lungo servizio dedicato alla questione, un approfondimento con cui si è voluto fare un drammatico punto della situazione.
Gli obiettivi delle telecamere hanno mostrato come nella parte svizzera i lavori stiano procedendo bene, da Mendrisio fino al confine. Mentre nella parte italiana, nei comuni della Valceresio, c’è la desolazione più totale, con cantieri avviati e fermi da settimane, mesi. Certo, è stato anche citato il problema del rilevamento dell’Arsenico nel terreno, che dovrebbe essere stato risolto da qualche tempo. Ma l’assessore regionale Del Tenno, nel luglio scorso, aveva annunciato che a settembre ci sarebbe stata una svolta, con una decisiva accelerazione.
Intanto, la situazione mostrata dal programma Falò, ha mosso anche il Giornale del Ticino, che più volte si è occupato della questione, e che sottolinea come il servizio trasmesso sia «Ben fatto, indiscutibilmente ben pensato e ben fatto il servizio andato in onda stasera a “Falò” (Rsi1) e dedicato all’annosa questione della linea ferroviaria Mendrisio-Stabio-Arcisate-Varese, versante italiano. Logico l’accostamento degli spezzoni di immagini registrate al di qua della frontiera (dove i lavori proseguono e giungeranno a conclusione entro i tempi previsti) e quelle girate nei paesi della Valceresio (dove la lacerazione del territorio ha assunto contorni da scene finali di “The day after tomorrow”). Misurati i toni delle interviste sul campo ai cittadini di Induno Olona, uno tra i borghi devastati dai cantieri da tempo abbandonati come scorie nauseabonde; ed onore, tanto onore a questa gente che, magari dopo aver subito l’esproprio del giardino per superiori ed inderogabili necessità, non può far arrivare davanti alla porta un’ambulanza se qualcuno di casa si trova a patire non diciamo un infarto, ma una mezza colica renale».
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