La piccola Cavona che custodisce la storia degli Indiani d’America

Il borgo di Cavona è internazionale, a modo suo. Entrando nel piccolo paesino di trecendo abitanti non si potrebbe mai immaginare di trovare un museo. La sorpresa è doppia se si scopre che è dedicato agli indiani d’America e che ha reperti unici al mondo. Nella frazioncina di Cuveglio "The American Southwest Museum" esiste dal 1994. Ma non tutti lo conoscono, nonostante custodisca reperti archeologici delle civiltà indo-americane precolombiane, provenienti dal New Mexico, dell’Arizona e del vicino Messico per lo più.

Nato in quello che era l’asilo infantile del paese, già in disuso, il museo è piccolo ma accogliente e permette un percorso completo per chi ha voglia di scoprire usi e costumi dell’affascinante popolo. «Il tutto è nato grazie alle donazioni di Enzo Vescia, detto "Larry"» mi spiega Antonella Valentini (foto sopra con il Sindaco Piccolo), la giovane direttrice del museo, 26 anni che ha da poco preso questo incarico con passione e con la voglia di portare avanti questo "gioiello". «Claudio Cotta è il presidente e anche lui è di Cavona ed ha lamia stessa età».

Tornando alla nascita del museo invece, il tutto inizia grazie a Enzo Vescia il milanese, cavonese d’origine, che amava fare viaggi dall’altra parte dell’oceano. Al suo ritorno in Italia portava con se reperti archeologici o oggetti alimentando la sua collezione. Alla sua morte, la moglie Marie Reiune Dupont, decide di lasciare tutto alla comunità. Così nel 1994 viene aperto il museo: circa 300 pezzi periziati dal prof. Charles A. Dailey dell’Istituto del Museo di Arti Indo-Americane di Santa Fè. 

L’esposizione è divisa in tre spazi principali. La prima è la stanza della Kiva, ovvero il luogo dove gli anziani si riunivano per invocare gli spiriti, per discutere delle questioni più importanti e prendere le decisioni. Qui si trova anche la parte più antica della collezione, ovvero delle statuine Maya e Atzeche. 
Poi si trova la Saletta dei Pionieri, dove si trovano oggetti appartenenti ai cowboy come selle, briglie, coperte, pelli di animali, curiose lattine di latta ma anche pelli d’animali e numerose armi da fuoco e da taglio. Infine, nel terzo spazio, nello studio e deposito, si trova una ricca collezione divisa tra arazzi, strumenti musicali, suppellettili, indumenti, terrecotte, ceramiche e armi appartenenti alle popolazioni indiane del New Mexico e dell’Arizona, comprese in un arco di tempo "Basker Maker" (fabbricanti di cesti – ca 2000 ammo fa) ai Pueblo strici postcolombiani. 

«Una collezione internazionale nel borgo di Cavona» conferma il Sindaco Giorgio Piccolo, orgoglioso di quel piccolo museo che, molte volte, non ha il riconoscimento che meriterebbe. «Ha una grande valenza nel suo genere e molti esperti di livello internazionale sono venuti a vederlo. Inoltre, è un luogo che valorizza questa piccola frazione». Il museo, aperto al pubblico la domenica, dalle 15 alle 17 e 30 vede circa 500 visitatori all’anno per lo più alunni delle scuole che, grazie a programmi e laboratori, vengono portati dalle loro insegnanti. «Vorremmo ce ne fossero di più» spiega la giovane direttrice Antonella, «Tra poco sarà pronto il sito internet per fare in modo che il museo abbia più visibilità e stiamo pensando ad aventi per promuoverlo». Durante l’anno, continua il sindaco, vengono organizzati eventi per  sostenere il museo, che sopravvive anche grazie all’aiuto di tanti volontari. «Sono circa una ventina le persone che si sono riunite in un’associazione e aiutano a sostenere il museo in tutto ciò che serve, anche per l’apertura al pubblico».