Assalto in A9, forse il blindato aperto con le chiavi
Altri elementi emergerebbero dalle indagini guidate della Procura di Como e che fanno pensare alla presenza di un “basista”. Ritrovati anche altri mozziconi nel casale dove è stato fatto il cambio auto dopo il colpo
Sono passati quasi cinque mesi dall’assalto al furgone portavalori sull’A9. Azione armata che ha fruttato ai rapinatori oltre 10 milioni di euro in lingotti d’oro. Le indagini della Procura di Como, però, non si sono fermate e, stando ad alcune indiscrezioni, pare che possano essere emersi particolari importanti. Come il ritrovamento di diversi mozziconi di sigaretta nel casale che avrebbe funzionato da “base” per l’assalto, dove i malviventi potrebbero aver fatto il cambio auto dopo il colpo. Mozziconi che possono portare a una mappatura genetica di alcuni dei responsabili della rapina.
Ma il fatto più eclatante sembra essere un altro. Sembra infatti che la serratura che teneva chiuso il blindato sia stata aperta con le chiavi. Particolare che potrebbe confermare quanto ipotizzato fin dall’inizio, ovvero che ci fosse un “basista”, qualcuno all’interno che conosceva bene tutta l’organizzazione e i movimenti del blindato assaltato. Durante l’assalto erano stati aperti con un flessibile i cardini della porta del furgone. Ma considerando che la serratura potrebbe essere stata aperta con le chiavi, questa azione, seppur effettuata nei pochi minuti che è durato l’assalto, potrebbe solo aver fatto parte di un depistaggio da parte dei rapinatori. Questo confermerebbe così che il “colpo” sia stato studiato fin nei più piccoli dettagli, anche per far guadagnare tempo ai malviventi e allungare i tempi delle indagini.
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