1000 litri di rifiuti tossici nel deposito “fantasma”
Scoperto dalla Guardia di Finanza un capannone pieno di bidoni con fanghi industriali, rifiuti organici e prodotti cancerogeni. Ancora aperte le indagini per capire come venivano smaltiti
Un capannone pieno zeppo di rifiuti, anche tossici e pericolosi, è stato scoperto dalla Guardia di Finanza in una zona periferica di Arsago Seprio. I militari della Compagnia delle fiamme gialle di Gallarate sono arrivati nel capannone per verifiche fiscali sulla società, ma all’interno hanno scoperto uno scenario inquietante: all’interno erano stoccati in modo elementare, senza grandi precauzioni, un totale di circa trenta bidoni contenenti fanghi industriali, acque di contatto, rifiuti organici. Ma i finanzieri, mediante i controlli delle etichette effettuati anche in collaborazione con le unità specializzate, hanno individuato, tra i trenta contenitori, anche alcuni bidoni contenenti “tetracloroetilene”.
Il tetracloroetilene è una sostanza classificata dalla IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) come appartenente al gruppo 2A, cancerogeno per gli esseri umani. Le particelle di questa sostanza nociva, a contatto con fonti di riscaldamento a fiamma libera o a incandescenza, si decompongono in fosgene e in altre sostanze estremamente tossiche per l’organismo umano. Si può immaginare quale fosse il rischio nel caso di un incendio: il fosgene – tanto per rendere l’idea della pericolosità immediata – è una sostanza che fu usata anche come arma chimica di guerra, nella prima metà del Novecento.
Come sono arrivati lì i bidoni? I militari della Compagnia di Gallarate, guidata dal tenente Precentino Corona, stanno effettuando controlli approfonditi. Il capannone era gestito da una ditta incaricata del trasporto e stoccaggio di rifiuti, ma il trasporto, lo stoccaggio e lo smaltimento del materiale altamente nocivo avvenivano senza alcuna autorizzazione rilasciate delle competenti autorità, senza alcuna particolare precauzione per la tutela della salute e dell’ambiente e senza il rispetto delle più elementari norme di sicurezza in materia. Al di là della provenienza, interrogativi rimangono aperti sulla filiera di smaltimento (illecita) dei rifiuti, su cui proseguono le indagini. I finanzieri, dopo aver messo in sicurezza l’area e proceduto al sequestro dei contenitori di sostanze nocive stoccati in oltre trenta fusti di plastica e latte in metallo per circa 1000 litri di prodotti tossici, hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio il titolare dell’attività imprenditoriale, contestando inoltre anche varie violazioni amministrative. Oltre che sulla filiera di smaltimento, ulteriori indagini sono previste sulla posizione fiscale della ditta; la relativa documentazione, infatti, è risultata non completa, frammentaria ed irregolare.
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