Come osservare bene Giove, il pianeta dell’inverno

I consigli degli esperti dell’Osservatorio Astronomico Schiaparelli per guardare il grande pianeta in queste notti particolarmente grande e luminoso

Queste lunghe notti d’inverno, fin verso la primavera inoltrata, saranno dominate dalla presenza in cielo del pianeta Giove, il quinto in ordine di distanza dal Sole ed il più grande di tutti i pianeti del Sistema Solare. In queste settimane si mostrerà nelle migliori condizioni annuali di osservabilità: ha infatti raggiunto la minima distanza dalla Terra nella giornata di ieri, 4 gennaio, a circa 630 milioni di km di distanza; oggi, invece, sarà in opposizione, sorgendo esattamente al tramonto del Sole e culminando in altezza attorno alla mezzanotte.

 

L’opposizione di un qualsiasi corpo celeste si ha quando esso si trova nella direzione opposta, ovvero a 180°, dal Sole rispetto all’osservatore. Di conseguenza il corpo sorge quando il Sole tramonta e viceversa. Una caratteristica particolare dei pianeti in opposizione è data quindi dalla loro visibilità per l’intera notte. Nel caso di Giove, durante questa opposizione il pianeta si troverà al centro della costellazione dei Gemelli, e attorno alla mezzanotte sarà alto in cielo quasi 70 gradi.

Le sue dimensioni apparenti sfioreranno i 47 secondi d’arco, circa 40 volte più piccolo della Luna e con una luminosità apparente pari alla magnitudine -2.7, circa tre volte e mezzo più luminoso di Sirio, la stella più brillante del nostro cielo visibile a circa 30 gradi di altezza sull’orizzonte sud.

Quando il periodo di opposizione termina, il pianeta si avvicina prospetticamente al Sole, risultando visibile per un tempo sempre inferiore, sino a raggiungere la congiunzione il 24 luglio di quest’anno. In quel periodo sarà invisibile perché vicino al Sole.

 

Giove dunque in queste settimane si mostra grande e luminoso, facilissimo da riconoscere in cielo ed altrettanto facile da osservare con qualsiasi strumento ottico. Già un binocolo dotato di uno stativo o cavalletto stabile permette di osservare alcuni puntini luminosi allineati rispetto all’equatore del pianeta: sono i famosi satelliti galileiani, avvistati per la prima volta da Galileo Galilei proprio il 7 gennaio di 404 anni fa (era il 1610) con il suo cannocchiale. Chiamati anche satelliti "medicei" in onore di Cosimo II de’ Medici, sono, in ordine di distanza dal pianeta: Io, Europa, Ganimede e Callisto.

Con un piccolo telescopio dotato di circa 30 ingrandimenti è possibile anche notare diverse bande scure e fasce chiare che dipingono il pianeta rendendolo ricco di particolari: se siete però alle prime esperienze osservative è necessario soffermarsi qualche minuto in più per poter percepire dei dettagli superficiali. Non servono cieli trasparenti e bui ma è necessario che non ci sia vento e quindi trepidazione atmosferica.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Gennaio 2014
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