“Con il ministro Kyenge per una nuova integrazione”
Tutto pronto per l'incontro di lunedì 20 gennaio quando la città di Saronno accoglierà la visita del ministro, che incontrerà gli studenti e che sarà intervistata dal giornalista Gad Lerner
Tutto pronto per l’incontro di lunedì 20 gennaio quando la città di Saronno accoglierà la visita del ministro per l’integrazione Cécile Kyenge. L’appuntamento è in programma al Teatro, dove incontrerà una delegazione delle scuole medie superiori di Saronno, amministratori ed autorità civili, religiose e militari ed esponenti delle associazioni e della società civile del territorio e della Provincia che operano per sostenere l’integrazione delle persone immigrate. L’incontro sarà moderato dal giornalista Gad Lerner e vedrà la partecipazione di Don Virginio Colmegna, della Casa della Carità di Milano.
«Sarà un momento di dialogo e di scambio di conoscenze sulle iniziative e sul lavoro che le Istituzioni (scuole, amministrazioni locali) e il volontariato assicurano alla società per favorire i processi di inclusione e di partecipazione da parte dei nuovi cittadini – commenta soddisfatto il vicesindaco Valeria Valioni -. Sarà anche l’occasione per ascoltare le nuove norme e azioni che il Governo intende mettere in campo per quanto riguarda le politiche per l’immigrazione; le leggi emanate nel ventennio precedente sono infatti inadeguate a quanto l’Europa chiede ad un Paese democratico ed economicamente sviluppato e si sono rivelate totalmente inefficaci nel regolare un fenomeno storico inarrestabile, che deve essere governato ed indirizzato nella giusta direzione».
«I Consigli Comunali di Saronno e di Caronno P. hanno recentemente approvato due risoluzioni per la concessione della cittadinanza onoraria, con puro valore simbolico, ai minori stranieri nati in Italia e residenti regolarmente nei nostri due Comuni: come tanti altri comuni abbiamo voluto dare un segnale al nostro Parlamento ed al Governo: le comunità locali sono spesso “più avanti” degli organi di potere centrale – prosegue la Valioni -. Gli alunni figli di immigrati sono il 7% della popolazione scolastica. Prezioso è il lavoro silenzioso degli insegnanti che fanno della scuola pubblica italiana una formidabile fucina della convivenza e che dimostrano concretamente come la mescolanza sia una strada che offre opportunità formative straordinarie anche per i ragazzi italiani L’immigrazione sta cambiando la nostra società. È un cambiamento profondo che coinvolge i quartieri delle città, i comuni, le scuole, le aziende, gli ospedali. Certo in questa Italia c’è chi ha paura degli immigrati, chi è prigioniero dei propri pregiudizi, ma c’è anche chi ha saputo combattere la paura, chi guarda in faccia la realtà, chi affida a queste donne e uomini stranieri i propri cari da curare ed accudire».
«C’è chi costruisce, senza proclami o rumore, una civile convivenza quotidiana – conclude la Valioni -. I protagonisti dell’Italia della convivenza sono i lavoratori e le lavoratrici, il giardiniere, la colf, la babysitter, la badante, le famiglie che diventano datori di lavoro, gli insegnanti, le piccole e le grandi imprese, il sindacato, gli enti locali, il volontariato con il suo continuo e prezioso lavoro quotidiano a sostegno delle famiglie straniere. Tutto ciò realizza, giorno dopo giorno, una convivenza fatta di integrazione sociale, educazione interculturale, interazione e reciprocità, condivisione di diritti e doveri, promozione della partecipazione alla vita pubblica. L’integrazione è un processo che permea tutta la società coinvolgendo la dimensione economica, sociale, politica e religiosa. Alcune di queste realtà locali si manifesteranno a Saronno il giorno 20 alla ministra Cécile Kyenge, che coraggiosamente affronta ogni giorno la durezza delle aggressioni verbali di contenuto razzista che da ogni parte, anche da autorevoli banchi istituzionali, le piovono addosso: le nostre scuole, le nostre associazioni, i nostri comuni, racconteranno le loro “buone pratiche” per la costruzione di una nuova, più civile e pacifica convivenza nel rispetto di tutte le persone, qualunque ne sia le provenienza.
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