Confartigianato traccia la classifica dei comuni più attrattivi per le imprese

L'Ufficio studi dell'associazione di via Milano ha fatto un'analisi sugli indici di attrattività dei singoli territori, partendo da pressione fiscale e dai servizi offerti. Tra i grandi comuni, Varese guida la classifica, maglia nera a Cassano Magnago

«Se proprio devo delocalizzare, vado a Sumirago». Questa battuta di Ezio Aletti, piccolo imprenditore metalmeccanico varesino, risale a poco più di un anno fa ed è stata pronunciata subito dopo aver ricevuto dal comune l’avviso di pagamento della Tia, la tassa sui rifiuti, oggi Tares. Alla luce dello studio presentato da Confartigianato Imprese Varese sull’attrattività dei territori in provincia di Varese, quella affermazione è tutto, tranne che una battuta. Il comune di Sumirago, infatti, nella classifica stilata dall’Ufficio studi dell’associazione di via Milano, in termini di pressione fiscale è messo molto meglio di Varese, Busto Arsizio e Gallarate.
(foto da sinistra: Giulio Di Martino, Davide Galli e Micaela Cattaneo)
Confartigianato ha così mantenuto la promessa, fatta all’ultimo congresso provinciale, di costituire una sorta di "agenzia delle uscite" e nel farlo ha preso la direzione indicata da alcuni studiosi di fama internazionale, come Enrico Moretti (già consulente di Barack Obama), che insistono sull’importanza della competitività tra singoli territori, anche molto vicini tra loro. Ma lo studio appena presentato dall’associazione di via Milano non si limita a monitorare come i comuni spendono i soldi versati con le tasse da cittadini e imprese, ma cerca di tracciare un nuovo confine utile per chi deve prendere decisioni politiche ed economiche senza banalizzare un sistema complesso come quello dei distretti varesini.
Il gruppo campione composto da 53 comuni è rappresentativo del 78% della popolazione e dell’84% delle imprese attive. Giulio Di Martino, responsabile dell’area sindacale di Confartigianato, spiega che la sigla "Ica" (indice composito di attrattività, ottenuto grazie a un algoritmo) è la risultante di altri  due indici: l’attrattività fiscale e l’attrattività sociale. Il primo comprende aliquota Imu, tariffa Tarsu, oneri di urbanizzazione, aliquota addizionale comunale all’Irpef, tariffa media servizio idrico; il secondo valuta ambiente, istruzione, infrastrutture, strutture sanitarie, competitività aziendale, reddito disponibile.
In base a questo indice (Ica) è stata stilata una classifica finale che tra i comuni più popolosi vede in testa Varese con un Ica pari a 65,67. Il capoluogo, pur essendo messo molto male (52esimo posto) per attrattività fiscale, eccelle per strutture scolastiche, sanitarie, capacità di reddito e competitività aziendale. Al secondo posto Busto Arsizio (Ica 59,82), a seguire Gallarate (Ica 55,23). Spicca la buona performance di Sesto Calende con 58,01,  Somma Lombardo con un invidiabile 54,76 e Tradate in nona posizione con un Ica di 52,21. Meno brillanti le performance di Caronno Pertusella al 33mo posto (Ica 42,67), Malnate al 39mo posto (Ica 41,42) e Cassano Magnago maglia nera con un Ica pari a 38,11. (guarda l’intera classifica in pdf)
«Questo studio – dice Davide Galli, presidente di Confartigianato Imprese Varese- ha uno scopo collaborativo e di stimolo. Non vogliamo puntare il dito contro nessuno, ma fare una fotografia di quello che c’è per aiutare le imprese a fare una valutazione il più possibile oggettiva dei territori. Lo studio è uno strumento dinamico e quindi noi speriamo che sia oggetto di osservazioni e suggerimenti».
Ci sono territori che pur avendo un’altà densità di imprese hanno un indice composito di attrattività (Ica) basso, come nel caso di Cassano Magnago. Questo risultato puo’ essere spiegato con una tradizione imprenditoriale che su quel territorio fa sentire ancora il suo peso nonostante le condizioni di contesto siano peggiorate.  
«Quello che dobbiamo chiederci – aggiunge Mauro Colombo (foto), direttore di Confartigianato imprese Varese – è se stiamo facendo tutto il necessario per mantenere l’attrattività dei territori, ricordando che le piccole aziende non possono migrare in Polonia e il piccolo artigiano non puo’ nemmeno licenziarsi».
Per la cronaca Sumirago si piazza al 21mo posto con un Ica pari a 44,66. Quindi per chi pensa alla delocalizzazione casalinga (o rilocalizzazione, come specifica in un tweet @farepino), classifica di Confartigianato alla mano, puo’ trovare di meglio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Gennaio 2014
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