Dolore e silenzio hanno accompagnato l’ultimo viaggio di “Yankee”
Si è svolto nel pomeriggio di lunedì l’intensissimo funerale di Giancarlo Palagiano, "Yankee", il 37enne di Besozzo che ha perso al vita in uno spaventoso incidente sulla A8, il 19 gennaio scorso
Il dolore quando arriva inaspettato, tragico, come un colpo che non si vorrebbe mai ricevere, produce solo silenzio. Un silenzio inumano, che va oltre ciò che si sente normalmente, che sembra fatto di un buio indicibile. Questo è stato il pensiero guida, e l’insegnamento, dell’intensissimo funerale di Giancarlo Palagiano, "Yankee", il 37enne di Besozzo che ha perso al vita in uno spaventoso incidente sulla A8, il 19 gennaio scorso.
Parenti e amici hanno infatti colmato la chiesa di Bogno, la frazione di Besozzo dove viveva Giancarlo, in un silenzio totale. E i giacconi di pelle nera da motociclista, i codini, i tatuaggi e gli orecchini di chi gli è stato vicino in vita – "Yankee" era un biker – rendevano ancora più solenne, perché non solo formale, quel silenzio che persino il prete si è sentito addosso, e che rendeva fisicamente il senso di vuoto dato da quella perdita, tanto drammatica quanto inaspettata.
«Vorremmo tutti arrivare in fondo a una vita serena: ma quando succedono fatti come questo, chi ci raccoglie? – si è domandato il celebrante – Affidiamo a Dio lo stupore di una vita che finisce prima dei 40 anni. Lo sconvolgimento degli amici e di chi gli era vicino: ora abbiamo solo cuore e mente pieni di confusione, e abbiamo bisogno di luce. Per questo vi propongo: fate un lavoro di memoria, ricordate le cose belle di Giancarlo. Sono le cose da gustare della sua amicizia».
Nemmeno il saluto “laico”, arrivato a conclusione della messa nel sagrato, è stato esente da questo intenso silenzio: dopo la benedizione, una lunga e commovente versione di “Hallelujah” (Il capolavoro di Leonard Cohen, in questo caso nella interpretazione di Jeff Buckley) ha visto l’inconsolabile mamma ascoltare la musica abbracciata teneramente dal fratello di Giancarlo davanti alla bara, e tutti i partecipanti condividere con loro, in silenzio, il lungo momento: finchè la melodia da struggente è diventata diventa una consolazione, una ninna nanna che ha lenito il dolore di tutti. Un attimo che è durato un quarto d’ora, ma di cui nessuno si è accorto, perso nel dolore silenzioso.
Per arrivare al vicinissimo cimitero di Bogno, Giancarlo ha dovrà affrontare ancora un ultimo viaggio: le sue spoglie sono state traslate nel Tempio crematorio di Domodossola, prima tornare alla sua ultima casa terrena.
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