Maniaco in slip, aggrediva donne e le palpeggiava

Finisce con una condanna in tribunale la storia di un mese di follia sessuale: agguati ripetuti a sconosciute e una nota rapina con rapimento a Malgesso

Nell’estate del 2010 la sua mente fece crack. A causa dell’uso di cocaina, o forse di quelle voci ripetute che affermava di sentire piantate nel cervello, ogni giorno, come fossero aghi di spillo. Ma non era matto – lo ha stabilito una perizia – era solo un uomo pericoloso, soprattutto per le donne della zona tra Biandronno, Malgesso e Gavirate. 
Tre anni fa ne costrinse almeno 4 a subire le sue attenzioni,
con palpeggiamenti e tentativi di baciarle che si conclusero sempre con una fuga alle urla disperate delle vittime. In tutti e quattro i casi tuttavia vi fu un tentativo di abusarle che la procura ha ricondotto al reato di violenza sessuale. A.T., 40 anni, l’uomo condannato, concluse la sua estate di follia con una rapina il 10 agosto in una posteria di Malgesso: con un coltello minacciò i presenti, rubò 400 euro, poi costrinse la titolare a salire nella sua auto e la rapì. Ma la donna, per fortuna, al primo semaforo, aprì la portiera e scappò. Per quell’episodio l’imputato è stato già condannato, ma il rapimento della panettiera era in realtà solo la fine di una storia folle e pericolosa, iniziata il 13 di luglio in un paese della zona, quando l’uomo entrò in casa di una conoscente e la trascinò a forza nella camera da letto, la palpeggiò e le si sdraiò sopra, causandole anche delle contusioni all’emitorace destro.

VIOLAZIONE DI DOMICILIO IN MUTANDE
Il 16 luglio effettuò una sortita totalmente sconclusionata: entrò di soppiatto vestito solo con gli slip, a casa di un’altra donna praticamente sconosciuta e le disse: «Perché non mi vuoi?». Lei riuscì a respingerlo urlando. Il 23 luglio adescò una ragazza in strada e si infilò nella sua autovettura, dopo aver aperto la sicura dall’esterno. A quel punto la strinse e le palpeggiò il seno. Un’altra aggressione drammatica avvenne il 26 luglio nel garage di un’abitazione di una donna. Si nascose e poi le saltò addosso terrorizzandola, ponendole la mano sulla bocca e cercando di fermare le sue urla. Il momento più brutto fu quando la spinse all’interno del garage. Ma per fortuna la ragazza riuscì a divincolarsi e soprattutto ad attirare le attenzioni dei vicini di casa con le urla. Oggi il 40enne è stato processato con il rito abbreviato al tribunale di Varese. Il giudice Anna Giorgetti lo ha condannato a 2 anni e 6 mesi di carcere. Il pm Massimo Baraldo aveva chiesto 3 anni e 4 mesi.

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Pubblicato il 09 Gennaio 2014
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