Sel: “Il programma di Farioli è inconsistente”

Attacco del coordinatore cittadino di Sinistra Ecologia e Libertà al primo cittadino in merito al documento programmatico presentato nell'ultimo consiglio comunale

Riceviamo e pubblichiamo le critiche del coordinatore cittadino di Sel Fabio Pariani, in merito al nuovo documento programmatico lanciato dal sindaco Gigi Farioli insieme al varo della nuova giunta. 

Alla fine dopo mesi di voci e annunci la montagna ha partorito un topolino. Il rimpasto della giunta è la combinazione della necessità di dover rimediare agli errori commessi dalla giunta precedente (rimarcati nella stessa relazione come molte “empasse” endoprocedimentali) e la necessità di ristabilire i nuovi pesi della compagine politica, in virtù della scomposizione del centrodestra nazionale, utilizzando il manuale Cencelli. Siamo proprio sicuri che la nuova squadra di assessori sia adeguata al ruolo che devono
ricoprire? Quali sono le loro competenze specifiche? Francamente s’incomincia ad avere qualche dubbio, soprattutto per i Servizi Sociali, le frasi pronunciate dall’Assessore Cislaghi all’indirizzo degli impiegati comunali, mal si addicono a una persona che circa a una decina d’anni fa ha ricoperto il ruolo di segretario generale della funzione pubblica della Provincia di Varese per conto della CGIL, ed il ruolo di segretario cittadino del circolo dei Democratici di Sinistra.

Lo stesso programma di governo è debole e privo di una visione complessiva dei problemi cittadini che, in effetti, sono sottaciuti. Busto non esiste innanzitutto sul piano culturale, anzi a quanto sembra Farioli non la considera per niente fondamentale per la vita della città, tanto da non sentire la necessità di
stabilire in capo a un qualsiasi assessore una delega specifica. Probabilmente perché, come Tremonti, è convinto che con la Cultura non si mangi. Purtroppo per noi invece è la base sui cui costruire la nostra società e il nostro benessere economico, senza idee e pensiero siamo destinati a vivere un triste presente. Il centro destra cittadino sembra scontare una sudditanza intellettuale dovuta alla vicinanza
di Milano, cui è stata lasciata una delega totale. La Città non ha saputo cogliere neanche le opportunità legate alla nascita della LIUC a Castellanza, non si poteva pensare di localizzare anche sul territorio di Busto una sua facoltà e/o dei servizi a supporto?

La povertà di pensiero ha fatto si che ad es. l’area della Nord nonostante i dibattiti e i progetti, anche di architetti di fama internazionale (es. Botta, tra l’altro pagato profumatamente dal contribuente) non sia mai decollata. Sull’area non si è realizzato nulla da decenni, anzi è fino a oggi è stata lasciata nell’incuria e nel degrado nonostante la protesta di qualche cittadino che ha trovato il coraggio di denunciarne, inascoltato, i problemi. La manutenzione della città non esiste, le strade sono in uno stato che fa pietà, i parchi pubblici sono lasciati in abbandono, sia nel centro cittadino che nei quartieri periferici come
Sant’Anna. Alcuni interventi in opere pubbliche suscitano qualche perplessità sulla capacità di programmazione e di gestione di questa, ma anche delle precedenti giunte, si veda ad esempio la vicenda legata al Palaghiaccio, ma anche tutte le altre opere che abbiamo chiamato incompiute, come il calzaturificio Borri.

I trasporti pubblici sono inefficaci e inefficienti, gli organi di stampa hanno segnalato episodi in cui gli utenti sono stati messi a rischio, come ad es. nel caso dell’incendio di un mezzo e in svariati episodi di malfunzionamento. La città sta progressivamente impoverendosi economicamente, il commercio è sotto zero, da noi si chiudono di media circa tre partite iva al giorno, mentre, nel resto della provincia il
numero è della metà, in tribunale sono esplosi i fallimenti. Il treno dell’Expo è stato lasciato passare, non ci si è ritagliato alcun ruolo al suo interno, né si è progettato nulla sul territorio che richiami, dal punto di vista del dibattito culturale, la manifestazione e i suoi temi di fondo. L’area industriale, a furia di aspettare, sta progressivamente perdendo attrattività, tra interventi inutilizzati (es. centro d’interscambio ferro gomma) e la non volontà di realizzare dei servizi minimi a supporto, come il centro cottura.
La gestione degli immobili comunali, destinati ad alleviare la sofferenza abitativa delle fasce
più disagiate, è stata affidata e lasciata in toto ad ALER.

Il comune oggi non è in grado di gestire adeguatamente neanche due sole situazioni di fragilità, tipiche di questa crisi, ed ha lasciato letteralmente sulla strada due famiglie. In questo momento di difficoltà sociale ed economica la risposta al problema degli sfratti, il cui numero è in continua ascesa (siamo ormai sopra i 500), non può essere il solo housing sociale (che comunque andrebbe declinato meglio), ma un approccio integrato che offra la possibilità di un impiego a chi oggi non può pagare neanche settanta euro di affitto per mancanza di un benché minimo lavoro. I riferimenti agli interventi in ambito urbanistico del documento programmatico, illustrato durante l’ultimo consiglio comunale, sono privi di una quantificazione della tempistica realizzativa, dei loro obiettivi minimi, ma soprattutto delle risorse economiche che l’ente ha intenzione di mettere in campo.

L’unico intervento che ha perlomeno una tempistica ufficializzata è il processo di sburocratizzazione della macchina comunale, previsto per il 1 giugno 2014. Sorge però spontanea una domanda, come mai si è dovuto aspettare più di sette anni prima che il Sindaco decidesse questa miglioria? Alla luce di tutto quanto sopra, SEL monitorerà l’avanzamento effettivo del programma illustrato dal Sindaco e pungolerà pubblicamente la squadra di governo affinché si attivi per la risoluzione dei veri problemi della città.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Gennaio 2014
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