Dilapida due milioni alle slot machine

Una donna di 35 anni è accusata di estorsione nei confronti di un 60enne, prima approfittando della loro relazione e poi con i ricatti di spifferare la loro storia. Ad accorgersene la moglie che ha dato il via all'indagine della Procura

Ha dilapidato due patrimoni a causa della ludopatia che la affliggeva: quello personale e quello dell’amante che teneva sotto ricatto e che ha ridotto sul lastrico. Ora la donna, 35enne di Busto Arsizio, è stata rinviata a giudizio per estorsione ai danni di un professionista di circa 60 anni che opera nella zona del bustocco diventato la vittima succube totalmente prima dal punto di vista sentimentale e poi a causa dei ricatti che era costretto a subire. Quasi 2 i milioni di euro che, moneta dopo moneta, sono finiti nelle pance delle  slot machine e videolottery disseminate per tutta la città. I fatti risalgono al 2013 e sono emersi a seguito di un’accurata indagine da parte della Procura di Busto Arsizio.

Ha dell’incredibile la storia che si è trovata di fronte il sostituto procuratore bustocco Nadia Calcaterra che ora ha disposto la chiusura delle indagini e la richiesta del rinvio a giudizio per la donna, evidentemente malata di gioco. La ludopatia che la affliggeva, infatti, l’ha portata a ricattare l’uomo con il quale aveva una relazione chiedendo soldi in continuazione ma senza mai dire che quelle cifre che consumava in così poco tempo servivano per soddisfare il suo bisogno di giocare continuamente d’azzardo. L’uomo, nella sua iniziale situazione di benessere economico, sulle prime non si faceva pregare e accontentava l’amante in ogni sua richiesta  ma lentamente la situazione è sfuggita al suo controllo.

Quando ha cominciato a negare le dazioni di danaro la 35enne ha cominciato a mettere in atto una serie di ricatti riguardo alla loro relazione che l’avrebbero messo in seria difficoltà se attuati. Per evitare le ritorsioni l’uomo ha dilapidato l’intero patrimonio di famiglia. A denunciare il precipitare della situazione sarebbe stata la moglie che, ritrovatasi a vivere in una situazione al limite della povertà, ha intuito che qualcosa non adnava. Le indagini tecniche della Polizia Giudiziaria hanno permesso di chiudere il cerchio e arrivare alla donna malata di gioco mettendo fine ad una spirale ormai giunta nel punto più basso.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Aprile 2014
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