Varese celebra la Repubblica Italia e il lavoro dei cittadini
Nella mattina del 2 giugno la celebrazione della nascita della Repubblica, improntata alla "sobrietà che i tempi richiedono". Poi l'onoreficenza al Merito concessa a 12 cittadini e a quattro ex deportati nei lager
Una cerimonia improntata alla «sobrietà che i tempi richiedono» (come ha ribadito il prefetto Giorgio Zanzi), per commemorare la nascita – sessantotto anni fa – della Repubblica, ma anche per celebrare il lavoro e l’impegno sociale dei cittadini della provincia che si sono distinti. Questa mattina la Festa del 2 giugno si è aperta a Varese nella piazza che commemora proprio la Repubblica, con una cerimonia breve (con l’alzabandiera con reparti in armi e la fanfara dei Bersaglieri), che ha invece anticipato il momento ospitato nell’Aula Magna dell’Università degli Insubria: qui si è tenuto il breve discorso del Prefetto, che ha salutato anche i diversi sindaci presenti, molti «neoeletti o riconfermati nel loro incarico» (qui tutti i nuovi sindaci della provincia). A seguire, l’intervento di Fabio Minazzi, ordinario di filosofia teoretica che ha ripercorso il significato della repubblica nei secoli, dalla res publica romana alla Repubblica Italiana nata nel 1946.
Il Prefetto Giorgio Zanzi ha poi consegnato le
Onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana concesse a 12 cittadini benemeriti e di 4 Medaglie d’Onore ai deportati ed internati nei lager nazisti. Le onoreficenze dell’Ordine al Merito della Repubblica sono state assegnate a Vittorio Stevenazzi, Varese; Vincenzo Agrifoglio, Varese; Angelo Sabatino, Busto Arsizio; Emilio Di Pierro, Gallarate; Maurizio Frontali, Marzio; Sabino Lo Iodice, Saronno; Luigi Pacenza, Arcisate; Mario Pariani, Samarate; Immacolata sorrentino, Gallarate; Celestino Reguzzoni, Busto; Gemma Tagliabue, Cassano Magnago; Sergio Boldetti, Varese (qui le brevi biografie dei premiati). LE Medaglie d’Onore sono state invece consegnate a Giuseppe Bianchi (ex soldato dell’Armir, poi deportato nei lager nazisti per due anni) e ai familiari di Anacleto Boscacci, Ezio Maria Erba, Giuseppe Marangoni (qui le brevi biografie delle persone insignite della Medaglia)
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