L’importanza della dieta nei pazienti nefropatici

Esperti si confronteranno giovedì 25 settembre a Villa Sironi sul tema: "Dieta ipoproteica e insufficienza renale: luci e ombre". Convegno organizzato dall'unità operativa di Nefrologia del Sant'Antonio

Domani 25 settembre a Gallarate dalle 8.30 alle16.30 nell’Aula Magna di Villa Sironi in Piazza Giovine Italia, si svolgerà il convegno sul tema “Dieta ipoproteica e insufficienza renale: luci e ombre”. L’evento è organizzato dalla Unità operativa di Nefrologia dell’Azienda ospedaliera di Gallarate, Uo diretta da Enrico Caretta. Introdurrà i lavori della giornata di studio Piera Farfaglia, nefrologa e specialista in scienza dell’alimentazione dell’Ao.

L’evento è dedicato a medici, infermieri e dietiste, ed è mirato ad illustrare le problematiche e i 
possibili interventi sul paziente nefropatico (in dialisi e non). 

Seguire una dieta non è cosa facile, ma gli organizzatori del convegno sono convinti che una 
dietoterapia mirata debba essere uno strumento che permetta di vivere meglio, rallentando la 
progressione dell’insufficienza renale legata al sovraccarico di lavoro a cui le parti sane dei reni 
malati sono inevitabilmente sottoposte. Fortemente convinti di questo principio gli operatori 
dell’U.O. di Nefrologia e Dialisi dell’Ao gallaratese propongono, per il secondo anno, il convegno “ Dietoterapia e insufficienza renale cronica “. 

L’insufficienza renale è caratterizzata da alterazioni a carico del metabolismo proteico, glucidico,  lipidico, elettrolitico, calcio-fosforico e vitaminico. La restrizione di proteine e fosforo, attraverso la manipolazione dietetica, è stata considerata uno dei punti cardine nella regressione dei segni e dei sintomi dell’insufficienza renale a partire dagli anni ’60. 

Il rene provvede normalmente ad eliminare i prodotti del metabolismo delle proteine (sostanze azotate, fosforo). In caso di alterata funzionalità questa capacità è ridotta e tali prodotti tendono ad accumularsi nel sangue. Il modo più semplice per ridurre l’accumulo di queste sostanze è quello di diminuire l’apporto di proteine con la dieta, evitando così l’accumulo di scorie del metabolismo proteico nell’organismo.

Numerosi studi hanno confermato la validità della dieta ipoproteica nel rallentare la progressione della malattia renale cronica. Lo sforzo del nefrologo, nutrizionista e dietista è mirato a prescrivere un regime dietetico che sia gradevole al palato, ricco di calorie, povero principalmente in proteine, e fosforo. 

Le dimensioni “epidemiche” che la patologia renale cronica sta assumendo negli ultimi anni ed i 
costi ad essa correlati, l’elevata incidenza di mortalità ( da cause cardiovascolari) che aumenta in maniera esponenziale fino a 6 volte con il ridursi del filtrato rispetto ai soggetti con normofunzione renale, rendono imperativo oggi implementare un approccio terapeutico in fase non dialitica che sia precoce, efficace e globale ( e al tempo stesso a costi contenuti).

L’approccio dietetico, per i costi limitati che offre e gli effetti favorevoli anche sui fattori di rischio cardiovascolare, rappresenta la base della nuova terapia globale mirata alla prevenzione della progressione del danno sia renale che cardiovascolare, obbiettivo primario della Nefrologia del terzo millennio .

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Settembre 2014
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