Il secondo tempo dell’amore
"Il tempo che ci serve" è il quinto romanzo di Manuel Sgarella. Una bella storia con protagonisti due trentanovenni che si incontrano vent'anni dopo. Tra loro scatterà il desiderio di un gioco intenso che gli potrebbe cambiare la vita
“Il tempo ha bisogno di cure. Altrimenti non scorre, muore nel tedio, nella noia, nell’incertezza di un futuro e nell’attesa di una fine che comunque non ci sarà mai”.
Siamo alle ultime pagine del romanzo di Manuel Sgarelle “Il tempo che ci serve”. Racconta la storia di Andi e Joy. I due protagonisti hanno 39 anni e si rivedono per caso mentre ognuno sta uscendo dall’ospedale. Si trascinano dolori diversi, ma all’improvviso riappaiono le immagini di vent’anni prima, quando si erano visti per l’ultima volta durante la prova scritta della loro maturità.
Si erano conosciuti all’ingresso del primo giorno di liceo. Ognuno a modo suo preoccupato di quello che li attendeva. Joy, impacciato e troppo riconoscibile per via dei suoi capelli rossi. Andrea, da lì a poco sarebbe diventata Andi proprio grazie al suo nuovo amico, si vedeva insignificante, senza seno, con l’apparecchio ai denti. Proprio lei invece che passo dopo passo conquisterà il ragazzo più bello e ambito della scuola.
Si erano completamente persi di vita, ognuno con il ricordo di quegli anni, ma anche della loro separazione. L’incontro dopo tanto è folgorante. “Rivivere il passato fa perdere ogni cognizione di tempo”. Scatta un’antica complicità. Tra loro c’era stato qualcosa di intenso. Poi nulla. Per vent’anni. Una vita. Per lei fatta di scelte sbagliate. Per lui di decisioni non prese. Ora, l’istinto dice loro di non lasciarsi sfuggire ancora questa occasione. Fanno una scelta: cinque giorni da passare insieme. Per annullare il mondo, per dimenticare gli anni “persi”, per tornare indietro nel tempo. O almeno provarci. Con regole precise: niente dottori, niente rimpianti. Ma le brutte notizie, il presente, il futuro, e il tempo che è stato, non possono essere cancellati. Sono sempre dietro l’angolo, pronti a inseguire chi cerca di dimenticare.
La storia corre velocemente con una grande abilità narrativa. In gran parte delle situazioni sono più voci a parlare. Una fuori campo che guarda allo sviluppo delle cose, un’altra guarda agli eventi con le emozioni di uno dei protagonisti. Il racconto, accompagnatio da una suggerita colonna sonora, ha ritmo e ripercorre le vicende di vent’anni prima per permettere al lettore di capire cosa era successo a quei due ragazzi. Andi, ora fotografa famosa e molto affermata, ha vissuto esperienze dure, difficili, incapace di scegliere sentimentalmente quello che vorrebbe. Lei resta inchiodata a un’esperienza negativa e da lì nasce il Mago, protagonista ombra della sua vita. Un espediente ben gestito dall’autore per entrare in una dimensione profonda di questa donna, ma non solo. “Sapeva che tutti avevano un Mago da combattere, magari più o meno forte. Magari qualcuno non se ne accorge nemmeno di averlo vicino. Magari l’indifferenza è l’arma perfetta per rinunciare a sognare. Per non sentire il Mago”.
Per Joy invece è l’incapacità di uscire dalla sua quotidianità il lato grigio. Lui così responsabile e meticoloso di fatto ha quasi rinunciato alle emozioni. L’incontro tra Andi e Joy diventa l’occasione per avere una seconda opportunità. Non sarà facile, ma ognuno si rimette in gioco.
Il libro, senza esagerare, forse ad eccezione per una grande passione di Manuel Sgarella per il cinema, spesso presente nella storia, richiama diversi altri romanzi. Il Mago di Andy, è una versione al femminile del Belfagor di Massimo Gramellini di Fai bei sogni; i cinque giorni da vivere senza preoccuparsi di cosa sta succedendo al mondo ricorda molto Il giorno in più di Fabio Volo.
Colpisce ancor di più il passaggio dei tema scritti vent’anni prima su come avrebbero visto il proprio futuro. Ricorda l’esperienza di Bruce Farrer, “un professore canadese di lettere ha cominciato 35 anni fa a invitare i suoi studenti a scrivere una lunga lettera indirizzata a se stessi 20 anni dopo. L’esercizio è stato soddisfacente, e ha continuato ad assegnarlo fino al 2002: immaginarsi 20 anni più vecchi, destinatari dei propri pensieri di adolescenti”.
Colpisce ancor di più il passaggio dei tema scritti vent’anni prima su come avrebbero visto il proprio futuro. Ricorda l’esperienza di Bruce Farrer, “un professore canadese di lettere ha cominciato 35 anni fa a invitare i suoi studenti a scrivere una lunga lettera indirizzata a se stessi 20 anni dopo. L’esercizio è stato soddisfacente, e ha continuato ad assegnarlo fino al 2002: immaginarsi 20 anni più vecchi, destinatari dei propri pensieri di adolescenti”.
Manuel Sgarella è alla sua quinta fatica letteraria. Il tempo che ci serve lo si può leggere solo in ebook scaricandolo da Amazon. Proprio sul popolare sito il romanzo, dopo 38 settimane dalla sua uscita è ancora in classifica tra i top 20 libri più venduti. Sale addirittura al sesto posto tra i testi di letteratura immediatamente dopo titoli di autori famosissimi.
Per scaricare il romanzo
Il tempo che ci serve, (Formato Kindle), Amazon, 1,99 euro
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