Lungo i cantieri abbandonati: “Non siamo più una ferrovia dimenticata”
Nella giornata che Legambiente dedica alle ferrovie dimenticate si riaccendono i riflettori sul tratto italiano della linea: "I tempi di percorrenza oggi sono peggiori rispetto all'800". Ma tra le istituzioni si rafforza un cauto ottimismo
Nella giornata che Legambiente dedica alle ferrovie dimenticate, quelle antiche le cui tracce rischiano di essere perse nella vegetazione, ce n’è una che di antico ha ben poco. «Esiste forse una ferrovia più dimenticata di questa» si chiede Milena Nasi Benetti, attivsita del circolo della Val Ceresio, davanti ai cantieri della linea che attraversa Arcisate e Induno Olona.
Il gruppo ha infatti deciso di riaccendere i riflettori sul tratto italiano della ferrovia che arriverà a Stabio e che tra ritardi e blocchi dei cantieri sta mettendo a dura prova i nervi degli abitanti della zona.
Oltre alla convivenza con un cantiere iniziato nel 2009 gli abitanti della zona devono affrontare altri tipi di disagi, come ad esempio gli spostamenti con i mezzi pubblici. «Ormai i tempi di percorrenza per arrivare a Varese o a Milano sono diventati pari a quelli di fine ‘800» dal momento che per arrivare alla stazione di Varese con i bus «ci vuole circa un’ora di strada, traffico permettendo». Una situazione snervante ma che potrebbe non migliorare di molto neanche quando la ferrovia sarà ultimata. «Il vero timore è che il tronco che arriverà fino a Porto Ceresio -continua Nasi Benetti- non sarà mai rimesso in attività».
Una paura che anche i sindaci della zona fanno loro e che anche per questo hanno aderito alla mobilitazione del Cigno Verde. «Finalmente le istituzioni hanno ricominciato ad ascoltarci su questo tratto -spiega il primo cittadino di Arcisate, Angelo Pierobon- ma per la parte che dovrebbe arrivare fino al lago non ci sono certezze». Nel frattempo, però, entro fine aprile si dovrebbe conoscere il nome dell’azienda che da luglio dovrebbe riprendere in mano il cantiere e «arrivare a questo risultato in soli 6 mesi -chiosa Pierobon- è già una grande vittoria».
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