“Bionde anonime” ma soprattutto low cost: il contrabbando di sigarette intercettato a Malpensa
La Guardia di Finanza in 16 mesi ha scoperto decine di spedizioni, per oltre 3 tonnellate di tabacchi non dichiarati: un traffico alimentato da corrieri stranieri e che punta molto (ma non solo) sul mercato degli immigrati
Le sigarette di contrabbando? Sono sempre più “bionde low-cost”, sigarette senza marca, spesso (ma non solo) rivolte al mercato degli stranieri residenti in Italia. Più che Marlboro e altre “griffe” delle sigarette (comunque maggioritarie), tirano di recente le cosidette cheap white, le sigarette senza marca che costano pochissimo, hanno un mercato soprattutto tra gli immigrati e non offrono alcuna garanzia per la salute (s’intende: ancora meno rispetto al fumo in generale)
Il quadro emerge anche dalla lunga operazione di contrasto della Guardia di Finanza di Malpensa, che nell’arco di 16 mesi, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane ha sequestrato oltre tre tonnellate di tabacchi lavorati esteri (TLE) importati illegalmente: i dati confermano la “passione” per le sigarette senza marca, emersa anche in altre operazioni (si parlava di spedizioni via terra, ad esempio a Treviso).
Nella rete dei militari – a Malpensa è arrivato anche un cane specializzato nella ricerca di tabacco – sono finiti decine di corrieri: 36 trasportavano meno di 10 kg di tabacchi e si sono beccati solo una multa pesante («5 euro al grammo» ricordano i funzionari dell’Agenzia delle Dogane), ma altri 88 sono stati individuati come veri e propri contrabbandieri, perchè nel bagaglio portavano quantità decisamente abbondanti, sopra i 10 kg. Sono stati quindi denunciati alla procura. In un caso si è proceduto anche all’arresto del passeggero fermato in considerazione del fatto che aveva già subito due condanne dal Tribunale di Busto Arsizio per lo stesso reato: si tratta di un cittadino lettone, D.A. di anni 28 proveniente da Kiev (Ucraina) che è stato trovato in possesso di 40 kg circa di T.L.E.; lo stesso era già stato fermato in due precedenti circostanze e trovato in possesso rispettivamente di 26 kg. di T.L.E. nella prima occasione e di 31 kg. di T.L.E. nella seconda.
I corrieri vengono soprattutto dal Nord-Africa, dell’Est-Europa e dalla Cina; in particolare, 22 passeggeri provenivano dalla Cina, 25 passeggeri dall’Egitto, 25 passeggeri dalla Russia e 20 passeggeri dal Senegal. Un segnale che si accompagna alla forte crescita delle “cheap white”, le sigarette prodotte legalmente in alcuni Paesi dell’Est e del Medio Oriente, spesso con pacchetti molto simili alle marche più conosciute ed acquistate in Europa ma non ammesse alla vendita all’interno della Ue, perché considerate non rispondenti agli standard di sicurezza comunitari ed ancora più dannose per la salute. Ma questo tipo di sigarette sono sempre più diffuse, anche perché in tempi di crisi economica il loro prezzo, che può essere più basso anche di 2-3 euro a pacchetto rispetto alle sigarette tradizionali, sembra incoraggiare il mercato clandestino del contrabbando. Le “cheap white” sono arrivate a rappresentare un terzo del totale, una quota significativa: 980 chili complessivi di sigarette “anonime”, contro i 600 chili di Marlboro e i 470 di Winston, per fare due esempi di marchi noti.
I controlli delle Fiamme Gialle non sono stati concentrati esclusivamente nell’area passeggeri dello scalo varesino ma sono stati estesi anche all’area dei magazzini doganali, la cosiddetta Cargo City, dove sono state sottoposte a verifica 844 spedizioni.
Anche per quanto concerne la provenienza della merce che si è tentato di introdurre nel territorio nazionale attraverso il canale delle spedizioni doganali, si può affermare che le due macro-aree principalmente interessate a questo fenomeno sono quella cinese e quella est europea. Nell’ambito di tali controlli due persone sono state denunciate a piede libero alla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio e sono stati eseguiti sequestri per un totale di quasi 600 Kg.
La Guardia di Finanza lavora non solo per garantire condizioni paritarie di concorrenza tra gli operatori economici (il contrabbando fa concorrenza sleale), ma anche la salute dei consumatori e le casse erariali. L’importo totale delle multe comminate è stato pari ad oltre 350.000 euro.
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