Ristoranti, bar e prodotti tipici: con Expo l’ASL aumenta i controlli

Nel 2014 controllate più di 3mila attività il 34% delle quali trovate con delle non conformità per un toatel di 326mila euro di sanzioni. Migliorano le condizioni igieniche generali

asl varese

I controlli Asl alle attività alimentari sono spesso molto temuti: tolgono il sonno a molti commercianti ma tranquillizzano, d’altro canto, i consumatori e le loro preoccupazioni. Soprattutto se dai dati, come quelli che sono stati presentati alla Asl di Varese, viene fuori che le condizioni igieniche della provincia sono in netto miglioramento e compongono nel loro insieme un quadro tranquillizzante.

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L’occasione è stata la presentazione del piano integrato per la prevenzione e la sicurezza alimentare predisposto dall’azienda di via Rossi per tutto il 2015, presentato dal direttore sanitario Asl Fancesco Angelo Locati e dal direttore generale Paola Lattuada. Un anno particolare perché coincide con Expo, un evento che del cibo ha fatto la sua centralità e che ha stimolato la nascita di nuove attività e il passaggio di nuovi turisti per i quali sono stati predispoti 400 controlli in più dell’anno appena trascorso.

Il piano prevede un aumento dell’attività di controllo nel settore della ristorazione, in quello alberghiero, negli agriturismi e negli impianti di produzione degli alimenti tipici locali, secondo una collobarzione che va dalla squadra di prevenzione medica e veterinaria di Asl, alla collaborazione con i Nas e l’autorità giudiziaria.

La fotografia dell’anno passato, relativamente ai controlli di sicurezza alimentare, la consegnano i dati: durante tutto il 2014 delle 7995 attività che si occupano a vario titoli di alimenti ne sono state controllate ben 3384 per un totale di 5031 controlli dei quali il 34% ha trovato delle non conformità. Si tratta, ovviamente, di inadempienze per le quali la Asl ha applicato le sue disposizioni correttive che vanno dalle prescrizioni, seguite da ulteriori controlli, alle più temute sanzioni o peggio periodi di sospensione dell’attività.

Tra le attività trovate non conformi spiccano gli impianti di produzione e trasformazione alimentare seguiti da bar e ristoranti. In 106 casi i problemi riscontrati erano relativi alla mancanza dei requisiti di igiene, seguiti in 44 casi in cui sono stati riscontrati il mancato rispetto delle procedure HACCP. In totale sono state applicate 210 sanzioni per un totale di 326mila euro, contro le 233 applicate nel 2013 per un tonale di 326mila euro.

Dal punto di vista delle tossinfezioni, ovvero le malattie trasmesse dagli alimenti, nel 2014 sono stati registrati solo 20 casi e nessuno ha avuto intossicazioni dopo aver mangiato nei ristoranti della provincia di Varese. Si segnalano solo un varesino colpito, però, durante un pasto in un ristorante milanese, e un episodio di intossicazione in una casa di riposo della provincia dove 12 ospiti si sono sentiti male dopo la somministrazione di un “polpettone” andato a male.

Un altro indicatore positivo è la diminuzione dei casi di salmonella riscontrata. Erano 200 nel 2008 e si sono fermati a 120 nel 2014, segno di un miglioramento delle condizioni igieniche generalizzato. Dei colpiti dalla salmonellosi due persone avevano ingerito alimenti convenzionati in ambiente domestico, altri due a causa di alimenti comprati al dettaglio e tutti gli altri per cause non individuabili. In particolare si tratta di bambini che potrebbero essere entrati in contatto con il battere in qualunque contesto, magari dopo essersi messi in bocca le mani dopo aver giocato all’aria aperta.

Conclude la panoramica una pratica specifica che suscita sempre molto scalpore. Si tratta della macellazione islamica che, però, in provincia di Varese non è ancora presente. Anche se potrebbe esserlo presto perché un’attività sta svolgendo le pratiche necessarie ad ottenerne l’autorizzazione, ovviamente, secondo tutte le disposizione previste dalla legge.

Tomaso Bassani
tomaso.bassani@varesenews.it

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Pubblicato il 06 Maggio 2015
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