Un paese solidale sa guardare al futuro

Oltre mille persone hanno partecipato alla manifestazione del sindacato per la festa dei lavoratori. Solidarietà e lavoro al centro degli interventi

Primo maggio 2015

“La solidarietà fa la differenza” non è stato solo uno slogan. La scelta del sindacato di mettere questo tema al centro della manifestazione del Primo maggio è stata ribadita più volte con chiarezza.

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Il tempo incerto e qualche momento di pioggia non hanno scoraggiato le oltre mille persone che si sono date appuntamento a piazza repubblica e da lì in corteo fino al centro di corso Matteotti a Varese.  La giornata di oggi aveva tanti elementi di richiamo. Dalla contemporanea inaugurazione di Expo, alle tragedie del Mediterraneo fino alla vertenza della Whirlpool. Argomenti che si sono intrecciati in tutti gli interventi dal palco con un unico filo conduttore: il lavoro e la solidarietà.

Elena Lattuada ha chiuso gli interventi mettendo in rilievo un altro aspetto importante della manifestazione di oggi: l’unità sindacale. “Oggi – ha affermato la segretaria generale della Cgil lombarda – mettiamo al centro il lavoro, la dignità, la solidarietà. Siamo convinti che la democrazia non distingue il colore della pelle. Il rispetto va messo al centro perché si possano affermare i propri diritti. La libertà è fatta di lavoro e oggi nella giornata di Expo lo riaffermiamo nelle piazze perché è la condivisione che ci permetterà di costruire una Italia migliore. Come vediamo nelle scelte dei lavoratori e un esempio arriva dalla Whirlpool dove gli operai di Varese sono uniti a quelli di Caserta per difendere la condizione di quelle persone colpite da ingiuste scelte. È importante stare insieme e ricostruire anche l’unita sindacale per rivendicare i diritti del lavoro”.

Prima di lei dal palco avevano parlato alcuni lavoratori e pensionati. Matteo Berardi della FIOM della Whirlpool: “A differenza di quello che dice il Governo, la crisi è ancora pesante e sono migliaia le aziende colpite. Il problema maggiore resta però il precariato che riguarda milioni di persone. Sono i giovani a pagare il prezzo più alto. Dobbiamo batterci contro il lavoro nero. Oggi la parola più importante è lavoratori perché sono loro che combattono per il bene comune. Ci mobilitiamo per la crisi alla Whirpool perché pur con qualche elemento positivo il piano dell’azienda non è accettabile. Dobbiamo difenderci da un governo lontano dai problemi della gente”.

Mariuccio Bianchi della federazione pensionati della Cisl. “Dobbiamo respingere il rischio della nostalgia per gli anni in cui la forza del sindacato era notevole. Dobbiamo anche sottrarci al rischio dei sensi di colpa. Le pensioni ce le siamo guadagnate. Il 68% dei sedici milioni dei pensionati prende meno di diecimila euro lordi all’anno. Non si deveno toccare le pensioni. I politici si taglino i loro vitalizi”.

Luigi Tripodi della Uil trasporti. “Il nostro è un settore in forte difficoltà. Due fattori rendono complicata la vita dei lavoratori: la crisi da cui non riusciamo ad uscire e una politica dei tagli. Perché si sono spesi tanti soldi per Malpensa se poi lo vogliono declassare a cargo? La politica gioca a risiko con gli aeroporti e questa è una vergogna”.

La drammatica situazione di decine di migliaia di migranti e dei possibili atteggiamenti del nostro paese sono stati al centro del discorso di Lionel Ebenezer del Camerum che ha parlato a nome delle comunità degli immigrati. “Vivo in Italia da dieci anni. La situazione si sta aggravando. In tutto questo periodo ho conosciuto tre tipi differenti paesi. Uno ostile che pensa che i propri problemi vengano dagli immigrati. Poi un altro che è ignorante e un terzo invece sensibile, attento, che valorizza le differenze. Questa Italia guarda al futuro mettendo al centro l’uomo. Non possiamo negare la problematicità del presente legata anche al fondamentalismo islamico. Qualcuno però fa leva sulla paura per bloccarci e toglierci dignità. Vogliono indebolirci e toglierci così la nostra parte bella, la libertà. Lo straniero non è il nemico ma un alleato affidabile perché ha vissuto la spada della schiavitù. All’immigrato dico però di non far leva sul vittimismo e fare invece i passi per il confronto”.

Il concerto dei Treni in corsa ha poi chiuso la manifestazione.

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Maggio 2015
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