Il luppolo

Giorno 27/9, con mia moglie, ci siamo recati al torrente “buscasc” imboccando la strada militare che da Bregazzana (fraz. di Varese) conduce alla Martica passando dal Chiusarella e imboccando il primo sentiero a sinistra della stessa si può raggiungere il torrente percorrendo ca. 500 metri il bosco prevalentemente è formato da querce, robinie, pini silvestri fra gli arbusti prevale il nocciolo i pochi castagni hanno portato a maturazione solo le castagne meglio esposte al sole ma, cadendo sono fuoriuscite dai ricci e i piccoli animali topolini, scoiattoli hanno provveduto ad alimentarsi della sola polpa salvo abbandonare la stessa ripulita con i segni dei denti per qualche fatto che gli ha fatti ritrarre sollecitamente, devo ammettere che anche gli umani non si comportano diversamente perché essendo con un minimo di ritardo rispetto a mia moglie ho trovato raccolte tutte le nespole selvatiche cadute dall’albero in quella zona già raccolte da mia moglie.
Affrettato il passo raggiungiamo il torrente che sembra scarso di acqua ma questo ci consente di vedere meglio le salamandre deposte ad inizio estate ancora abbarbicate, con le branchie, sui sassi completamente immersi (1), approfittando del letto asciutto del torrente decidiamo di inoltrarci incontrando lo spettacolo dei funghi del legno (2,3,4) del genere dei Polipori con la varietà dei colori e la bellezza delle composizioni dagli stessi formata; dopo aver ammirato questa parte del torrente, difficilmente agibile quando l’acqua corre in superficie, si ritorna cercando l’accesso tramite sentiero alla strada superiore ed è proprio in questo passaggio che vedo i frutti del Ligustro comune (5) (Ligustrum vulgare) della famiglia delle Oleacee la cui bacca nera è amara e questo risulta positivo per i golosi che così evitano di ingerire le sostanze tossiche nelle stesse contenute; poco distante noto la bacca frutto del Mughetto (6) (Convallaria majalis) che ci ricorda che essendo arrivato l’autunno le bacche dovranno rilasciare i semi che saranno nuove piantine a primavera, per nostra fortuna la riproduzione avviene anche per gemmazione del fusto sotterraneo (rizoma)continuando nella discesa verso il “Buscasc” vedo dei piccoli funghi di un colore cinereo che ritengo essere dei Cantarelli cinerei (7) (Canthrellus cinereus) e vicino 2 colonie di Psatrella disseminata (8,9) (Coprinus disseminatus), fungo bello a vedersi, molto utile per la trasformazione della sostanza vegetale in minerale di nessun valore sul piano alimentare, le foto riguardano 2 ceppi: il primo su terreno privo di vegetazione che lascia presumere che in precedenza sia stato occupato da escrementi, il secondo sempre numeroso abbarbicato ad un vecchio tronco di un albero , tagliato da anni e ormai in decomposizione; da ultimo vedo un Ruscolo pungitopo (10) (Ruscus aculeatus) della famiglia delle liliacee con le sue bacche rosse mature e anche verdi che devono ancora maturare e bacche che hanno da poco iniziato il processo di accrescimento in tutti i casi attaccati direttamente ai clacodi (sono rami che assumono la forma di foglia), da notare che essendo il fiore femminile nella parte superiore del clacodio è facile dedurre che trovarsi sotto il medesimo sia stato frutto di una rotazione del clacodio. Nel frattempo le castagne raccolte da mia moglie sono state molto numerose e tali da soddisfare le esigenze nostre e delle 2 figlie che vivono nel varesotto.
Il giorno 29/9 con un conoscente ci rechiamo a Brinzio alla ricerca di funghi, inoltrateci nel bosco mi vedo un ceppo di funghi di Coprino chiomato (11) (Coprinus comatus) che molti autori di libri divulgativi di conoscenze micologiche come ad esempio Bruno Cetto considerano ottimo, ma con l’indicazione di molta attenzione alla alterazione che può subire anche rapidamente passando dal colore bianco latte al nero passando attraverso un colore rosato, la ricetta che si consiglia è mangiare qualche esemplare, molto fresco scottato nel burro; nella radura vicina è cresciuta una piccola Amanita moscaria (12) (Amanita muscaria) fungo molto somigliante all’ovolo buono dal quale si distingue per la presenza di verruche bianche sul cappello e dalla colorazione bianca delle lamelle e del gambo che sono di colore giallastro nell’ovolo buono è da considerare che in parecchi stati è proibita la raccolta perché il fungo può essere trattato in modo da produrre effetti allucinogeni; molto più sopra incontriamo colonie di Chiodini (13) (Armillariella mellea) fungo molto conosciuto anche perché la raccolta può continuare sino alle prime gelate a questo punto decidiamo di ridiscendere anche perché nel frattempo il mio conoscente era arrivato a tre porcini; al termine della discesa noto su una riva ai margini della sede delle Gurdie Ecologiche noto spuntare un gruppo di steli di Borracina maggiore (14) (Sedum telepium subsp. maximum) le altre volte l’avevo fotografata alla punta di mezzo e sul sentiero
Il giorno 30/9 approfitto della prevista chiusura delle strade al traffico automobilistico per recarmi sul sentiero 10 nella parte fra il Poggio di Luvinate e Velate perché, mentre ero a spasso con mia moglie, senza macchina fotografica, avevo notato alcune cose che potevano essere di un certo interesse la prima costituita da una liana di Luppolo (15, 16) (Humulus lupulus) una cannabinacea che è alla base dello sviluppo della fabbricazione della birra ma che è difficile vedere salvo quando è ingrossa quantità, la liana fotografata è portatrice di infiorescenze femminili ed essendo una pianta dioica ci sarà stata nelle vicinanze una maschile con i grappoli fiorali ma per diverse ragioni o fatto fatica a ritrovare quella femminile apparentemente appariscente, la seconda è stata la presenza vicinissima del Poligono delle siepi (17) (Fallopia dumetorum) anche questa si presenta come liana anche se di consistenza modesta, a terra è spuntata qualche pianta di Poligono mite (18) anche questa pianta è comune in tutto il varesotto, manca di fotografare li nido di vespe(19) che avevo visto vicino alle due panchine del parco e che al ritorno ritrovo con qualche vespa in meno e quindi mi fido a fermarmi a poco più di un metro di distanza augurandomi che il vespaio possa risultare con sufficiente evidenza.
Teresio Colombo
Foto
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