Niente contributi, l’Osservatorio a rischio chiusura
La fondazione che gestisce la struttura nel Parco Pineta annuncia la chiusura dal 1° novembre. Il Comune smentisce
«Il 1 novembre Foam13 chiuderà definitivamente». Forma13 è la fondazione che gestisce l’Osservatorio di Tradate, presente nel Parco Pineta da ormai 10 anni, e la comunicazione della chiusura entro pochi giorni è apparsa all’improvviso, sulla pagina Facebook ufficiale dell’Osservatorio. È però un mistero sulla veridicità di quanto detto, perché i soci, per voce del sindaco Laura Cavalotti, smentiscono che si voglia chiudere la struttura.
Questa la comunicazione completa comparsa diffusa dalla pagina Facebook della Foam13: «Il 1 novembre Foam13 chiuderà definitivamente. Questo a causa del taglio dei fondi da parte di provincia e regione, completamente incuranti della visibilità data loro, del lavoro spesso e volentieri gratuito operato da noi volontari, per non parlare di tutti gli sforzi fatti per portare un po’ di cultura vera nelle scuole, e della noncuranza e disinteresse della città nel cercare di trovare una soluzione. A conti fatti, i fondi che prendevamo erano l’equivalente dei soldi necessari per mettere giu 10 metri di asfalto. Con quei pochi soldi abbiamo portato astronauti, due rocce lunari, organizzato serate e conferenze gratuite, costruito CASPER,ma è evidente che non gliene frega NULLA della cultura»
I soci della Foam13 sono il Gruppo Astronomico Tradatese, Il Comune e il Parco Pineta. «Nessuno ha espresso questa decisione – spiega il sindaco Cavalotti -. I soci stanno cercando di ridurre i costi perché l’osservatorio non si mantiene così come è, con una perdita di bilancio che prosegue tre anni. Ma la nostra volontà è di tenerlo aperto e continuare con l’attività didattica e la collaborazione del Gat. Non è vero quanto scritto dalla Foam».
L’osservatorio tradatese è gestito da questa fondazione che conta tre dipendenti (1 direttore e 2 assunzioni dedicate alla didattica). La proprietà della struttura è del Parco Pineta, mentre molta della strumentazione scientifica era stata sostenuta economicamente dal Comune di Tradate (250mila euro), con cui era in corso una convenzione. La situazione di difficoltà economica riguarda un buco di bilancio di circa 40mila euro, che coincide con i fondi che venivano dati in passato, ogni anno, dalla Provincia di Varese. Questo ente, dopo i problemi di bilancio evidenziati nell’ultimo anno, non ha più potuto dare il contributo e non sono state trovate altre soluzioni per sistemare la situazione economica.
«La situazione è difficile, ma la volontà di trovare una soluzione c’è – conferma l’assessore alla cultura di Tradate, Andrea Botta -. Stiamo lavorando perché l’attività possa proseguire, non so chi abbia deciso questa data del 1° novembre, per noi è totalmente infondata. Lo statuto prevede che in caso la Fondazione non riesca a sostenersi economicamente, venga messa in liquidazione. A questo punto, seppur con dispiacere, si proseguirà su questa strada, ma cercando di continuare con l’attività didattica e scientifica. L’obiettivo è di non perdere assolutamente questa realtà».
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