“Sulla scuola l’amministrazione Quadrio ha sbagliato”

L'attuale maggioranza, Rinascita Civica, replica su diversi punti alle accuse delle opposizione. "Alzano un polverone mediatico per distogliere l'attenzione dall'imbarazzante operato degli scorsi anni"

casorate sempione municipio

Riceviamo e pubblichiamo l’articolato comunicato con cui Rinascita Civica, forza di maggioranza a Casorate, replica all’ultimo comunicato delle opposizioni, su diversi punti. Le elezioni della primavera 2015 e il “cambio della guardia” tra centrosinistra e centrodestra in municipio hanno surriscaldato il clima politico, anche sulla valutazione dei dieci anni di governo della giunta Quadrio

Ancora una volta le opposizioni hanno portato un violento attacco all’amministrazione diramando un comunicato stampa che, rispettando alla lettera il copione sin qui inscenato durante i Consigli, sulla stampa e sui socials,  è un mix di accuse infondate, ricostruzioni ed interpretazioni del tutto personali di fatti e norme giuridiche.
Un comunicato farcito di affermazioni false e dichiarazioni lesive della persona, che nell’intenzione degli autori vorrebbe stravolgere la verità, fornire al lettore una ricostruzione faziosamente fuorviante ed incompleta nei fatti, al solo scopo di giustificare un’opposizione, sin qui ma temiamo anche per il futuro, strumentale ed inconcludente.
Nel comunicato si afferma che il Sindaco è stato costretto ad uscire dall’aula dalle minoranze. Nulla di più falso: il Sindaco si è assentato volontariamente e per un breve periodo, solo per adempiere a dei compiti istituzionali, tanto è vero che era presente al momento della votazione, pur non partecipando alla stessa, come da dichiarazione iniziale.
La decisione di non partecipare al voto sulle varianti al PGT è stata presa dal Sindaco accogliendo l’invito delle minoranze, dato che era stato sollevato un dubbio sulla legittimità della votazione stante la contestata  e supposta incompatibilità, solo per consentire di approvare all’unanimità lo strumento di pianificazione del territorio. Tale decisione è stata assunta unicamente nell’interesse dell’Ente e solo dopo aver stigmatizzato l’assurdità di tale richiesta visto che si andava a votare uno strumento frutto del loro lavoro di quando erano in maggioranza. La decisione è stata apprezzata dalle minoranze stesse che per ben due volte hanno ringraziato il primo cittadino per aver accolto il loro invito.
Il consigliere Perazzolo è stato definito come “doppiamente umiliato” quando invece ha dato una dimostrazione di abnegazione e spirito di servizio che mai nessuno di loro in 10 anni di amministrazione ha nemmeno lontanamente dimostrato, accusandolo di una incompatibilità che non esiste dal momento che non è più componente della giunta.

Le accuse che riguardano un capitolo a loro assai caro, l’intervento strutturale sulla  scuola elementare, sono false e rasentano l’assurdo: quella che abbiamo definito all’indomani del nostro insediamento non è una variante ma una modifica del progetto approvato, il tutto nel pieno rispetto delle norme previste dal codice degli appalti, e possiamo dimostrarlo.  Un puerile e palese tentativo di giustificare una loro precisa scelta progettuale che difficilmente avrebbero potuto sostenere  se non cavalcando l’emergenza verificatasi nell’aprile 2014, affrontata,  e questo  è ormai chiaro ed evidente, in modo sbagliato e strumentale, utilizzata per realizzare un progetto del 2013 sfruttando appunto le deroghe procedurali previste per gli interventi d’urgenza.
Il tutto è agli atti, ampiamente dimostrato dal progetto approvato e finanziato che non prende nemmeno in considerazione la porzione del fabbricato che ha determinato l’inagibilità della struttura, rafforzato dal parere di uno dei migliori strutturisti della provincia di Varese che ha messo nero su bianco quello che era stato contestato dale minoranze di allora fin dal primo giorno.

Nel comunicato ci viene infine contestata una legittima decisione di resistere al TAR sapendo che nel momento della costituzione in giudizio non esisteva alcun pronunciamento chiaro (anzi il TAR della Lombardia aveva sino ad allora sentenziato in maniera opposta a quella del Consiglio di Stato accogliendo ricorsi identico al nostro),  accusandoci di aver speso soldi pubblici ( mentendo ovviamente sulle cifre in questione).  Rigettiamo al mittente l’accusa, soprattutto in considerazione del fatto che durante i loro 10 anni di governo sono stati sperperate decine di migliaia di euro in querele e cause assurde delle quali buona parte da non intraprendere neppure in quanto palesemente illegittime. Alla faccia delle tasche dei cittadini.
Ci siamo chiesti il perché di tutto questo accanimento, il perché della chiara volontà di alzare il livello dello scontro e ci viene in mente, in una sola parola una risposta più che plausibile: PAURA! Paura del consenso che abbiamo ottenuto, paura di quello che stiamo facendo e faremo, paura di quello che hanno lasciato dietro di loro e che piano piano sta venendo alla luce. Vogliono alzare un polverone mediatico nel tentativo di distogliere l’attenzione dal loro operato da amministratori decaduti, imbarazzante e quotidianamente sotto gli occhi di tutti, tentativo inutile perché la verità è quella dei fatti, e viene sempre a galla.

E’ così che allora trovano un senso l’attacco continuo e costante alle persone, il nervosismo palpabile che sfocia in comportamenti inaccettabili durante le sedute di consiglio, con offese personali gravissime ( hanno dato del fascista ad un consigliere) e, ultimamente, con epiteti rivolti a tutta l’amministrazione da parte di loro sostenitori, particolarmente gravi per il fatto che è stata utilizzata la parola MAFIA e per l’assoluta mancanza di condanna di tali atti da parte di questi galantuomini,  che tuttavia dichiarano di ispirarsi alla legalità e al rispetto delle regole.
Prendiamo atto che questo è il loro stile e continuiamo serenamente nella nostra azione amministrativa  con l’unico obiettivo di perseguire il bene comune nell’interesse dei   cittadini, nella consapevolezza che, qualora non dovessimo fare il nostro dovere ci rimetteremo al loro giudizio e ci manderanno a casa quando saranno chiamati a decidere nuovamente chi dovrà rappresentarli.  Questa si chiama DEMOCRAZIA!
Permetteteci allora di parafrasare il grande Ernest Hemingway: ” e allora, non chiedere mai per chi suoni la campana. Essa suona per te”

Rinascita Civica Casorate

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Novembre 2015
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