Ballardin: “Quei bigliettini mi hanno dato coraggio”
Il sindaco di Brenta ringrazia chi gli è stato vicino: la famiglia, i dipendenti comunali e tanti cittadini, ma anche avversari politici

“E’ stato sicuramente un momento difficile, ma l’affetto della mia famiglia e la vicinanza della comunità mi hanno dato forza”. Per il sindaco di Brenta Gianpietro Ballardin sono stati giorni duri: l’arresto, i domiciliari, la gogna mediatica arrivata fin sulle testate nazionali, ma sono stati anche i giorni in cui ha potuto toccare con mano la vicinanza e la solidarietà della sua comunità, degli amici ma anche degli avversari politici, come ha raccontato durante la conferenza stampa convocata sabato mattina. “E’ stata una situazione davvero strana: non potevo parlare con nessuno, non potevo telefonare o usare il pc. Dovevo origliare le telefonate di mia moglie per sentire la voce del nipotino. Fortunatamente è durata poco”.
“Prima di tutto devo ringraziare la mia famiglia, che mi ha supportato e consolato – prosegue Ballardin – e in particolare mia moglie, donna forte e coraggiosa. Ringrazio tutto il personale comunale, che ha saputo far fronte ad una situazione difficile e inaspettata con calma e professionalità, garantendo il funzionamento della macchina amministrativa”
Non solo gli amici e i colleghi di partito hanno espresso la loro vicinanza a Ballardin: anche alcuni sindaci della zona e avversari politici hanno sostenuto il sindaco di Brenta nei giorni di un arresto che a molti è sembrato un provvedimento spropositato. “Soprattutto ho sentito alle spalle la solidarietà del paese. Mia moglie trovava nella cassetta delle lettere bigliettini lasciati da semplici cittadini che mi scrivevano “Sindaco non mollare, ce la farai”. Ecco, questo mi ha commosso e mi dato molta forza”.
“Anche per questo continuerò a fare il sindaco, perché in paesi come Brenta il sindaco ha un ruolo importante, è in prima linea, è lo Stato che incontra i cittadini, che li ascolta e se può li aiuta. E poi andrò avanti perché al di là dell’amarezza per questa vicenda restano la mia dignità, la mia storia personale e la mia passione a servizio della comunità”.
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