«Io, sindaco solo contro l’ingiustizia»
Il primo cittadino Gianpietro Ballardin invia una lettera aperta alla stampa nazionale per sottolineare il trattamento mediatico ricevuto dopo l'arresto
Pubblichiamo la lettera aperta che il sindaco di Brenta Gianpietro Ballardin ha inviato oggi, 25 gennaio ai principali giornali e gruppi editoriali italiani che si sono occupati della notizia del suo arresto avvenuto il 13 gennaio scorso.
Egr. Direttore,
Sono il Sindaco di Brenta, un comune di 1800 abitanti della Provincia di Varese che è stato “sbattuto” nelle pagine dei vostri telegiornali e quotidiani le precedenti settimane, quale contraltare al Sindaco di Quarto e alla mia vicenda che mi ha visto agli arresti domiciliari per un “disguido” velocemente chiarito dopo solo una settimana con il Giudice delle indagini preliminari.
Mi sono visto considerare come il peggiore dei criminali per effetto di una diatriba messa in atto dal Movimento Cinque Stelle che in quei giorni si sentiva posto sotto attacco per la vicenda di Quarto e doveva trovare un capro espiatorio, in questo caso io con la mia disavventura locale e la mia storia di iscritto al Partito Democratico.
Non ho nulla da lamentare con quanto fatto dalla Magistratura e dalle forze dell’Ordine, che rispetto in quanto svolgono un difficile compito, visto poi come si sono svolti e chiariti velocemente i fatti, ai quali consiglierei solo una maggiore prudenza prima di procedere all’assunzione di questi gravi procedimenti che riguardano la vita e la storia delle persone.
Non sono ad accusare nessuno per come la mia vicenda è stata trattata mediaticamente, se non per il fatto che sarebbe necessaria una maggiore verifica prima di sbattere il “mostro” in prima pagina.
Perché mi sono sentito trattato come il peggiore dei criminali, pur sapendo di non aver commesso niente che poteva farmi vergognare o sentirmi colpevole di un reato.
La stampa, quando svolge il suo difficile lavoro di informazione, deve rendersi conto di avere un potere mediatico enorme ed estremamente delicato in quanto interagisce direttamente con la vita delle persone alle quali in quel momento viene tolta qualsiasi possibilità di difesa.
La tua storia personale viene distrutta e assieme a questo il tuo percorso di onestà su cui hai costruito con fatica la tua vita che è fatta di sacrifici, di passione, di impegno civile, di lunghe azioni di volontariato, di assunzioni di responsabilità, di stima, di grande orgoglio di un vissuto semplice ma gratificante nel rapporto con le persone e la coerenza personale.
Chiarita la vicenda nei suoi equivoci mi sarei aspettato – da chi ha strumentalizzato ad arte questa situazione – le scuse, anche perché questo dovrebbe far parte di un etica della politica.
Devo purtroppo prendere atto che si sono notevolmente ridotti questi valori e che non esiste più un percorso di onestà intellettuale.
Mi sarei anche aspettato che le testate nazionali, TG1, TG2, RAI3, Rai News 24, LA7, la trasmissione di Porta a Porta, Reti Mediaset, la stampa cartacea, che si sono prestate a questo gioco avessero proceduto a rettificare, magari con una piccola notizia gli avvenimenti e a ripristinare la mia onorabilità.
Niente di tutto questo ovviamente è avvenuto perché la notizia di una persona onesta semplice e normale non fa scalpore, non interessa a nessuno, non vende i giornali.
Mi rimane l’amaro di una vicenda che farò fatica a superare, che costa moltissimo dal punto di vista personale anche alla mia famiglia, alla mia personale storia e ai miei affetti, che ha visto certo una grande solidarietà a livello locale ma la grande insensibilità di un sistema quale è quello dell’informazione, e dei partiti a livello nazionale, anche quello in cui io milito da più di 40 anni, ma anche delle organizzazioni che dovrebbero rappresentare i comuni Anci, Uncem, Upel ecc. che non hanno avuto la capacità di inviare un auspicabile solidarietà e di correggere nei dovuti modi, e con la stessa attenzione usata per “infangarmi”, ad un torto subito che mi lascia l’amaro in bocca nella difficile constatazione che un semplice cittadino, anche un Sindaco onesto quale io mi ritengo, è solo di fronte ad un’ingiustizia che fa di te una persona uguale agli altri nella condizione in cui tu sei considerato, a torto e senza conoscere i fatti, una ladro, uno che ha rubato, un delinquente, un colpevole ecc. ecc.
So che questo mio scritto sarà considerato alla stregua di uno sfogo inutile, perché oggi la notizia è un’altra e il “circo mediatico” non si ferma a considerare una situazione di normalità in quanto ogni giorno è alla ricerca di una notizia sensazionale anzi un po’ originale, come diceva Fabrizio De Andre nella sua canzone, e le scuse o il ripristino della verità non ha certamente alcun che di strabiliante e di interessante da vendere come notizia al pubblico pagante.
Con cordialità porgo i miei saluti.
Il Sindaco del Comune di Brenta
Gianpietro Ballardin
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