Sala: “Milano venda quote di Sea per ristrutturare le case popolari”

La proposta dell'ex amministratore delegato di Expo, oggi candidato alle primarie del centrosinistra: il Comune venda quote della società che gestisce gli aeroporti

Giuseppe Sala Beppe

Il Comune di Milano può scendere sotto il 52% di partecipazione in Sea, la società di gestione degli aeroporti di Linate e Malpensa. È la proposta da Giuseppe Sala, l’ex AD di Expo ora candidato alle primarie del centrosinistra a Milano. Prima evocata, ora dichiarata fin quasi nei dettagli.

La corsa per le primarie del centrosinistra a Milano è in pieno svolgimento, mancano due settimane al voto del 6-7 febbraio, che indicherà chi – tra Francesca Balzani, Antonio Iannetta, Pierfrancesco Majorino e Giuseppe Sala – sarà candidato sindaco del centrosinistra nelle prossime elezioni previste in tarda primavera.

Ed è dentro al dibattito delle primarie che si torna a parlare di un tema che, indirettamente, tocca anche la provincia di Varese, vale a dire le scelte strategiche su Sea, gestore aeroportuale degli scali di Linate e Malpensa. Se già l’amministrazione Pisapia aveva avviato una parziale privatizzazione (con cessioni ad F2i, il fondo d’investimento legato a Cassa Depositi e Prestiti), ora a proporre un passo in più in questa direzione è Giuseppe Sala, l’ex amministratore delegato di Expo: «Non è necessario che il comune continui a essere proprietario del 52% di Sea. Cosa ci impedisce di venderne una parte per fare lavori di risanamento?» aveva già detto nelle settimane scorse Sala, infrangendo il tabù del controllo di Sea da parte di Milano (con una quota superiore al 50%). Mercoledì sera, al primo “confronto all’americana” al Teatro Dal Verme, l’ha riproposto, questa volta legandolo al recupero delle case popolari e indicandolo addirittura come parte di uno dei due progetti strategici che sosterrebbe, accanto alla parziale riapertura dei navigli. E questa volta la proposta è già strutturata: per ristrutturare le migliaia di case popolari sfitte («da lì bisogna partire», oltre 3mila quelle del Comune bisognose di lavori) serve vendere la maggioranza di Sea. «Così si liberano risorse per fare altro», ha detto Sala, ribadendo l’opportunità di «mettere mano al patrimonio comunale, ripensando l’opportunità che Comune di Milano rimanga per esempio al 52% su Sea: io non sono d’accordo». Sala ha anche indicato percentuali dicendo che «se il Comune di Milano passa da 52% al 30» si mantiene «la capacità d’indirizzo» in Sea, ma si recuperano risorse per interventi sui quartieri popolari. Nella sala del Dal Verme, in cui si svolgeva il dibattito, l’idea non è stata accolta con particolare entusiasmo.

Mattarella e Ban Ki Moon ad Expo

(Sala con Roberto Maroni e Raffaele Cattaneo, durante Expo)

La proposta è però forte e probabilmente farà discutere, perché Sea è comunque – tra le partecipate del Comune di Milano – quella che più ha asset e genera dividendi (54,9 milioni nel 2014, 38,1 milioni nel primo semestre del 2015), non solo legati alle operazioni puramente aviation, ma anche commerciali (valgono il 50% del fatturato). Parallelamente, anche altre società aeroportuali partecipate (Airport Handling, uscita dal perimetro Sea) hanno visto l’ingresso di capitali privati. Da ricordare anche le dichiarazioni nei mesi scorsi del presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, che da un anno ipotizza invece un ruolo pubblico della Regione in Sea e in Sacbo, anche dentro al dibattito sulla fusione dei due gestori aeroportuali e ai problematici equilibri tra gli scali lombardi

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 21 Gennaio 2016
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  1. Avatar
    Scritto da ferla_salvatore

    Premesso che a Milano, nonostante le promesse preelettorali di Pisapia, la controllata Sea Spa che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa, oltre ad avere azioni di Orio al serio, è stata venduta per poco meno del 50% ai privati.(banche e Banchieri). Adesso il candidato della “SINISTRA”( questo termine fa ormai ridere) Sala, dice chiaramente che il Comune si deve disfare delle aziende controllate. Chissà quali motivi muovono questa iniziativa politica della sinistra. Sicuramente la Sea fattura tanti milioni all’anno, gestisce milioni di euro di investimenti, nomina e assume dirigenti e consulenti ogni anno, gestisce gli appalti di attività molto remunerative( parcheggi). Il motivo che Sala dichiara è quello di voler vendere per sistemare le case popolari. Si preoccupa dei più deboli. Sicuramente saranno tanti milioni da spendere e ci saranno appalti da assegnare per i lavori di edilizia popolare. Guarda caso anche la vendita della Sea spa evita all’azienda di rispondere del suo operato non essendo più “pubblica”. Quindi se oggi un cittadino o un consigliere comunale può chiedere informazioni e documentazioni sono costretti a farlo ….domani No. Forse questo è il vero scopo della sinistra milanese, rendere il gestore aeroportuale e i milioni di appalti che gestisce liberi da ogni controllo. Riteniamo questa una scelta scriteriata volta solo al profitto dei pochi a discapito della collettività. Un politico attento preserverebbe le aziende sane al fine di poter assicurare al territorio entrate economiche negli anni. L’unica cosa apprezzabile di Sala è che l’ha sfacciatamente dichiarato subito diversamente da Pisapia che faceva campagna elettorale con slogan completamente disattesi. ADL Varese Ferla Salvatore

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