Il Carnevale fa bene alle imprese
Sono 253 le aziende varesine legate, a vario titolo, a uno dei momenti dell’anno più attesi. Si va dal commercio di dolciumi, giochi e articoli di cartoleria alla gestione delle sale da festa

Le radici sono antichissime: già qualche secolo fa, sull’esempio della vicina Svizzera e soprattutto di Milano, anche a Varese il periodo carnevalesco era caratterizzato da manifestazioni e feste varie. In particolare, all’epoca della signoria di Francesco d’Este (1753-1770) il Carnevale ebbe momenti di grande popolarità sul nostro territorio. Una tradizione che poi fu riportata a nuova vita a metà degli anni ’60 del secolo scorso quando la Famiglia Bosina fece ritornare per le vie cittadine il corso mascherato. Oggi, grazie anche alla sinergia con l’Amministrazione Comunale, di anno in anno Varese vive una grande festa capace di riportare sulle strade del centro una media di 15 carri allegorici e diversi gruppi mascherati, con migliaia di persone che assistono alla manifestazione. E lo stesso si ripete in un numero cospicuo di comuni del nostro territorio.
Quali però i risvolti strettamente economici del Carnevale in provincia di Varese? Un’analisi dell’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio, realizzata sulla base dei dati del Registro Imprese, indica che sono 253 le aziende legate in qualche modo al Carnevale: nel dettaglio, si tratta di 55 imprese del settore commercio al dettaglio di giochi e giocattoli, inclusi i prodotti elettronici, 147 quelle operative nell’ambito degli articoli di cartoleria, 20 nella gestione di sale da festa come discoteche e locali notturni. A queste si aggiungono 31 imprese di commercio al dettaglio di torte, dolciumi e prodotti di confetteria.
Il giro d’affari generato dal Carnevale è dunque importante: si calcola che in questo periodo aumenti di circa il 5% il fatturato delle pasticcerie grazie soprattutto alla domanda di chiacchiere e tortelli.
In una classifica regionale lombarda guidata da Milano col 38,7% delle imprese legate al Carnevale, Varese con una percentuale del 7,8% è preceduta da Brescia (10,9%), Bergamo (10,1%) e Monza Brianza (8,2%), ma sopravanza Pavia (5,9%) e Como (4,7%).
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