Raccolta dei rifiuti: “Agesp è in regola con le normative?”
Doppia interrogazione del Partito Democratico per fare chiarezza sul sistema di raccolta dei rifiuti portata avanti da Agesp, un modello che genera risparmi ma che potrebbe non essere del tutto legittimo

L’onda lunga della fusione dei servizi di igiene ambientale di Gallarate e Legnano continua ad abbattersi su Palazzo Gilardoni. E così se ieri è arrivato l’annuncio di Gallarate del taglio della tariffa per la raccolta, oggi arriva una nuova bordata da parte del PD bustocco.
Il partito democratico ha infatti presentato un’interrogazione nella quale mette in dubbio il pieno rispetto da parte di Agesp di tutti i requisiti richiesti dalla legge per la gestione del servizio. Oltre a tecnicismi e norme, i principali dubbi dei democratici riguardano la tariffa applicata a partire dal fatto che la legge prevede che con la Tari “deve essere assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio” mentre alcune dichiarazioni dell’assessore Paola Reguzzoni fanno intendere che “i nostri cittadini possono ancora pagare una tassa inferiore perché una parte del costo è coperto da Agesp attraverso economie di scale all’interno dei servizi della stessa”.
Una vicenda che potrebbe portare il comune a dover rispondere “alle competenti autorità preposte alle verifiche economico-finanziarie (Corte dei Conti), a quelle incaricate di tutelare la libera concorrenza (Autorità anti-trust) nonché alle strutture che operano per preservare i servizi pubblici dai rischi corruttivi” ed è proprio in virtù di questo che il PD chiede di conoscere normative, autorizzazioni e piani economici del rapporto tra Agesp e il Comune.
Ed è proprio sui piani economici che si concentra un’altra interrogazione presentata sempre dal PD. Questa volta sotto i riflettori passa il progetto tanto caro al sindaco Gigi Farili di fusione tra Agesp, Amsc, Amga e Accam in un’unica società, progetto per il quale si sarebbe dovuto realizzare un apposito piano industriale. Ora, con lo scatto in avanti delle società dei due vicini che hanno tagliato fuori Busto, il Partito Democratico chiede “se l’amministrazione comunale di Busto o la propria controllata Agesp abbia assunto da sola o con i comuni di Gallarate e Legnano impegni di spesa per la realizzazione di studi” e soprattutto quale sia stato il suo esito.
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