Conti in rosso e malasanità: le più colpite sono le piccole imprese

Nelle regioni con deficit, imprenditori e cittadini pagano 1,8 miliardi di tasse in più. La Mutua Ospedaliera Artigiani di Confartigianato Varese, in linea con il piano welfare del Governo, assicura assistenza medica, ospedaliera e specialistica a chiunque

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elle regioni con deficit, imprenditori e cittadini pagano 1,8 miliardi di tasse in più. La Mutua Ospedaliera Artigiani di Confartigianato Varese, in linea con il piano welfare del Governo, assicura assistenza medica, ospedaliera e specialistica a chiunque

L’Italia è profondamente divisa sul fronte dei costi e dell’efficienza dei servizi sanitari. A dirlo è l’ultima analisi di Confartigianato Imprese che non manca inoltre di sottolineare quanto la malasanità pesi soprattutto sulle tasche degli imprenditori, costretti a finanziare con tasse sempre più alte la cattiva gestione dei conti regionali. Tra il 2006 e il 2014, infatti, il Sistema Sanitario Nazionale ha totalizzato perdite per 35 miliardi, con una media di 3,9 miliardi l’anno.

I più penalizzati sono cittadini e imprenditori di 8 Regioni con Piani di rientro del deficit sanitario (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Sicilia, Piemonte, Puglia) che, per risanare le gestioni “in rosso”, subiscono un maggior prelievo fiscale di 1,8 miliardi, pari a 61 euro in più per abitante, rispetto alle Regioni con i conti sanitari in ordine. Il conto più salato lo pagano le micro imprese delle Regioni sotto Piano di rientro che, tra Irap e addizionale regionale Irpef (i due tributi locali che finanziano il servizio sanitario), devono sborsare in media 6.889 euro l’anno, vale a dire il 20,9% in più rispetto ai 5.700 euro di tasse versate dai piccoli imprenditori nelle Regioni più virtuose, vale a dire le Regioni non autonome che non sono sotto Piano di rientro.

Di fronte a questi dati, e alla luce delle misure per il potenziamento del welfare aziendale inserite dalla Legge di Stabilità 2016, ancora una volta è il valore storico del mutualismo, colonna portante dell’artigianato e della piccola impresa, a conquistare sempre maggiore spazio. Anche in quelle Regioni che dal deficit sanitario non sono interessate ma che, di fronte ad una crisi economica prepotente, hanno visto imprenditori e cittadini tagliare sulle spese per la propria salute.

La MOA (Mutua Ospedaliera Artigiani) di Confartigianato Varese è stata un’anticipatrice di quel piano welfare che, oggi, coinvolge con sempre maggiore interesse le piccole imprese. Nata senza scopo di lucro nel 1949, la MOA assicura agli imprenditori, e ai loro famigliari, assistenza medica, ospedaliera e specialistica colmando quei vuoti lasciati dal Servizio Sanitario Nazionale. Tempi troppo lunghi e servizi non sempre in linea con le esigenze dei pazienti hanno fatto della Mutua Ospedaliera Artigiani uno strumento ormai necessario di fronte ad un sistema pubblico – Stato e Regioni – che potrà offrire sempre meno.

I dati relativi al 2015 parlano chiaro: i soci MOA sono 2.126 e il numero delle pratiche 5.446. Se entriamo nel dettaglio, vediamo che la Mutua di Confartigianato Imprese Varese è stata richiesta soprattutto per esami diagnostici (1.530 pratiche nel 2015) e visite specialistiche private (1.262). Subito dopo arrivano le 862 pratiche per esami di laboratorio, le 454 visite specialistiche ticket e i 195 ricoveri. In un solo anno, le erogazioni MOA sono state di oltre 330mila euro. E proprio i ticket, che in Italia ammontano complessivamente a 3 miliardi di euro, tra il 2010 e il 2014 sono aumentati del 33% e pesano per il 10,1% sulla spesa sanitaria delle famiglie, rispetto alla quota dell’8,9% rilevata nelle Regioni con i conti della sanità sotto controllo. Con le convenzioni stipulate dalla Mutua Ospedaliera Artigiani con laboratori e poliambulatori, imprese e cittadini possono tagliare i tempi di attesa e accedere alla diagnostica a tariffe estremamente convenienti.

I vantaggi della MOA si possono toccare con mano: una volta iscritti si può rimanere soci a vita, le formule sanitarie (Business, Persona, Over 75, A Casa Mia) sono studiate per soddisfare ogni esigenza, l’assistenza può essere domiciliare e ospedaliera, le convenzioni sono siglate con le migliore strutture sanitarie in Provincia di Varese, i rimborsi rapidi li si trova direttamente sul conto corrente e, infine, la detraibilità fiscale è al 19%.

«Gli imprenditori pagano 3 volte il conto della malasanità». Il Presidente di Confartigianato Imprese Varese Davide Galli punta il dito contro la cattiva gestione dei servizi sanitari che finisce per scaricarsi sulle spalle delle imprese con aumenti continui dei tributi per finanziare il SSN, vale a dire l’Irap e l’addizionale regionale Irpef. «Da contribuenti, gli imprenditori devono pagare maggiori tasse per risanare i bilanci in rosso della sanità – prosegue il Presidente – mentre da pazienti subiscono le inefficienze dei servizi e devono sborsare altri soldi per ricorrere alle prestazioni di altre regioni o per ottenere cure dignitose dal privato». Ma quel che è peggio, è che proprio dove la sanità costa di più che si registra la qualità peggiore dei servizi: nelle 8 regioni con piano di rientro del deficit la quota di utenti insoddisfatti è pari, in media, al 19,7%, ben superiore rispetto alla quota media nazionale del 15,8% e al 12,4% registrato nelle Regioni con i conti sanitari in ordine.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Marzo 2016
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