Galimberti: “Il nostro cambiamento è il fare”

«Voglio andare oltre i partiti e parlare a tutti i cittadini. Stiamo scrivendo una nuova pagina per Varese e il clima della serata promette bene per il futuro della città».

Davide Galimberti ha scelto il Twiggy per la sua prima uscita pubblica interloquendo con i giornalisti e il numeroso pubblico che ha riempito il locale di via de Cristoforis. Andrea Giacometti per Varese Report, Gianfranco Giuliani per la Prealpina, Marco Tavazzi per la Provincia di Varese e il nostro direttore hanno incalzato nella prima parte della serata il candidato sindaco.

«Abbiamo chiesto subito un confronto con i candidati perché è una fase storica e la città chiede un cambiamento. Abbiamo bisogno di un cambiamento e concretezza. La richiesta di ascolto arriva dai rioni proprio perché c’è grande attenzione alle prossime elezioni. Mi spiace che Orrigoni stasera non sia qui perché è una occasione mancata. Sarebbe stata una prima occasione di riflessione utile per tutti».

Per Galimberti l’attuale amministrazione ha disatteso addirittura il proprio programma:
«La mobilità è un tema centrale per Varese. Abbiamo un’autostrada che entra in città e un sistema di trasporto pubblico vecchio di trenta anni. Con questo abbiamo anche un problema di sicurezza. Purtroppo abbiamo una polizia locale sempre meno presente in città. C‘è troppa insicurezza e ci sono gravi problemi con le aree dismesse».

Un quarto dei cittadini hanno oltre 60 anni e le nascite sono ai minimi storici. Su questo Galimberti chiede politiche sociali e sanitarie più attente: «Abbiamo un ottimo tessuto sociale ma il comune deve coordinare il mondo del volontariato e della sanità. L’amministrazione oggi è assente mentre la parola chiave è sinergia. Dobbiamo fare sistema anche con le realtà limitrofe».

Nelle parole del candidato sindaco del centrosinistra i cittadini diventano protagonisti: «Non mi rivolgo alle forze politiche per allargare la nostra coalizione, ma direttamente ai varesini. Voglio parlare a tutti e andare oltre i partiti. Con me, insieme al Pd ci saranno gli amici di Varese 2.0, la mia lista è quella intorno a Dino De Simone».

La cultura è un altro punto importante per Galimberti: «La città anche su questo tema è ferma. Ha un ritorno bassissimo che si aggira intorno al 30%. Dobbiamo investire sull’industria della cultura e del turismo. Noi le elezioni le vinciamo e al centro metteremo anche questo. A partire dal Sacro Monte che è un gioiello sotto valorizzato. Durante Expo non abbiamo intercettato i milioni di visitatori malgrado fossimo a pochi chilometri».

I giovani e l’Università sono un altro tema trattato da Galimberti: «Sul sito di Expo si realizzerà il progetto scientifico più importante degli ultimi trent’anni. Questo dovrà avere una ricaduta anche sul nostro territorio. Per questo ho incontrato il Presidente del Consiglio. La prima azione che farò una volta sindaco è quella di avere una missione con tutti i soggetti economici e sociali che metta al centro il lavoro e lo sviluppo».

C’è soddisfazione per aver Marchesi a Varese, ma «questo non significa che andasse bene dare Villa Milyus e poi perché proprio a lui. Sono fermamente contrario a fare parcheggi nei parchi o in luoghi storici come la Prima cappella. La nostra più importante novità per noi è quella di passare dalle parole ai fatti. Noi non siamo dei bugiardi che promettono e poi non mantengono. Quello che scriveremo lo realizzeremo».

Tante domande dal pubblico e su un punto Galimberti è fermo: «voglio cambiare la città e faremo un bilancio di genere e mi auguro una forte presenza femminile. Voglio anche una città in cui i ragazzi possano scegliere di restare anche a Varese e non dover andare per forza fuori».