I nomi sulle lapidi diventano storie della Grande Guerra
Chi sono i soldati varesini che hanno combattuto la prima Guerra Mondiale? Lo storico Luciano Besozzi ha raccolto in un sito nomi, notizie, documenti e realizzato un censimento dei monumenti ai caduti
Gli angeresi Carlo Crenna e Pierino Maffioli fatti prigionieri dagli austriaci e l’abbonamento al pane garantito da un gruppo di concittadini, il sergente di Marchirolo Eugenio Sapori che morì nell’affondamento del Piroscafo Re Umberto, il soldato Antonio Caravati di Barasso, deceduto sul fronte libico e molto altro ancora di cui poco si conosce. Chi sono gli uomini della provincia di Varese che hanno perso la vita nella Prima Guerra Mondiale e quanto ha inciso questo drammatico evento sul nostro territorio?
Lo storico angerese, Luciano Besozzi, ha raccolto dati e notizie in Varesegrandeguerra.it, un sito fatto di informazioni e accadimenti storici ma anche e soprattutto di storie di soldati, uomini, giovani e giovanissimi. Dagli ufficiali ai prigionieri di guerra, passando dai caduti sui fronti italiani e stranieri agli emigrati: un dettagliato racconto di fatti, strategie, e statistiche del conflitto narrati sempre senza perdere il filo conduttore del legame con il territorio. Il tutto è affiancato dalle fotografie, cartoline dal fronte o dai campi di prigionia, immagini e documenti. Il sito raccoglie inoltre un vasto archivio fotografico dei monumenti ai caduti presenti in provincia di Varese, suddivisi comune per comune.
«Questo progetto nasce insieme al libro “Verbano nella Grande Guerra” pubblicato in collaborazione con l’Associazione culturale Partegora – spiega Besozzi -. In occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale ho voluto approfondire l’impatto che questo evento ha avuto sul nostro territorio: quanti sono stati i morti, quali erano i loro nomi, da dove venivano. Una seconda parte del sito riguarda invece i monumenti che nei vari comuni sono stati dedicati ai caduti. Un censimento che documenta anche lo stato in cui si trovano molti di essi, spesso in totale abbandono».
Anche quella dei monumenti è una storia che merita di essere raccontata: «Alcuni sono delle copie, altri sono stati fusi durante la Seconda Guerra Mondiale, altri ancora sono stati spostati, oppure si trovano in luoghi poco idonei o hanno subito le mutazioni del contesto in cui sono collocati. Ho scoperto inoltre che talvolta i nomi incisi sulle lapidi di comuni diversi si ripetono o purtroppo in alcuni monumenti non si leggono più. Vorrei che tutto questo lavoro fosse uno stimolo per tutelare la memoria e non soltanto in occasione delle celebrazioni».
Il lavoro di Besozzi è in costante aggiornamento: «L’obiettivo è quello di narrare il rapporto tra tutto il territorio del Verbano e la guerra. Ho esteso le ricerche anche alla sponda piemontese, ho già pronti foto e documenti che presto pubblicherò».
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