Varese maglia nera in Lombardia per le emissioni dei condomini
Lo rivela Legambiente dopo il convegno “riqualificare il condominio”, incentivando all’utilizzo di energie pulite
L’accordo siglato da 195 Paesi a Parigi nella Conferenza Cop21, che vincola a intraprendere interventi sistematici e urgenti per limitare le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, rappresenta ormai per tutti la via maestra: la lotta al cambiamento climatico parte innanzitutto dalla consapevolezza che anche l’azione del singolo ha effetti sull’ambiente circostante.
«Dobbiamo e possiamo essere in grado di rispondere alla sfida della riduzione dell’inquinamento dell’aria e delle emissioni di carbonio derivanti non solo dai mezzi di trasporto, ma anche dagli edifici – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. Possiamo farlo a partire già dalle case in cui viviamo, perché il nostro sia un abitare più consapevole e proattivo».
Una realtà che continua a preoccupare è quella degli impianti termici più impattanti sul fronte dell’inquinamento atmosferico. A Milano, una delle città con maggiori problemi d’Europa su questo fronte, resistono ancora oltre 3mila condomini con grosse caldaie a gasolio: una situazione allarmante, considerato che il funzionamento di una caldaia a gasolio, a parità di prestazioni, costa il doppio ed emette 25 volte più inquinanti di una normale caldaia a metano. Allora, chiede Legambiente, perché non approfittare del cambio caldaia per rivolgersi a impianti più evoluti, come le pompe di calore e le integrazioni con solare termico?
L’Italia è uno dei paesi dell’Unione Europea con il più alto numero di abitanti in condominio, che si attesta intorno ai 14 milioni di famiglie, un fenomeno considerevole se associato al fatto che nel nostro Paese la spesa procapite per il riscaldamento della casa è il 50% più alta rispetto alla media europea e che le emissioni primarie di particolato prodotto da impianti domestici e condominiali sono tre volte superiori a quelle dei trasporti.
Sono dati che fanno ben comprendere l’urgenza di un cambio di approccio e di una più puntuale conoscenza dei temi legati alla riqualificazione degli immobili da parte di tutti gli attori coinvolti per incentivare l’utilizzo di energie pulite e la diminuzione degli sprechi, attraverso la riqualificazione sostanziale degli edifici con interventi quali l’isolamento delle facciate e dei solai, il cambio degli infissi, la sostituzione delle vecchie caldaie con impianti termici più moderni, il ricorso alle energie rinnovabili per il riscaldamento, a partire dal solare e dal geotermico.
Il condominio rappresenta un micro-sistema all’interno delle comunità. Come tale può fortemente incidere nella qualità dell’aria del territorio in cui è inserito. Secondo i dati forniti da Infrastrutture Lombarde in media un appartamento di 80mq nella città di Milano emette 3160 kg di CO2 all’anno.
Se si considera che nell’intera città metropolitana ci sono quasi 1,5 milioni di abitazioni, stiamo parlando di ben 4,5 miliardi di kg di CO2 emesse per la sola climatizzazione residenziale. La situazione non migliora nelle altre città lombarde: maglia nera a Pavia e Varese, con emissioni medie annuali di 4050 kg di CO2; seguono Lodi con 3460 kg tonnellate, Como con 3450 kg, Cremona con 3430 kg e Sondrio con 3190 kg; la città più virtuosa è Brescia con 2840 kg/abitazione.
Legambiente sottoscrive la “Carta di Irene”, un manifesto di sensibilizzazione collettiva sulla riqualificazione energetica degli edifici. L’obiettivo, condiviso da Legambiente, è coinvolgere tutti gli attori che vivono e operano quotidianamente nel contesto del condominio in un percorso partecipato al fine di formulare proposte concrete per attuare la riqualificazione energetica integrata degli edifici, rivalutare il patrimonio edilizio esistente, evitare ulteriore consumo del suolo, migliorare il comfort abitativo, rilanciare l’economia locale.
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