Saldi, tra disastro e nuove possibilità

A una settimana dall’inizio dei saldi estivi abbiamo provato, con alcuni commercianti varesini a fare i primi consuntivi

Saldi sotto la pioggia (inserita in galleria)

A una settimana dall’inizio dei saldi estivi 2016 si possono fare i primi consuntivi di una stagione strana sia meteorologicamente, sia dal punto di vista economico e degli eventi.

Una stranezza che ha influito nel frenare la partenza dei saldi, cominciati il giorno della dell’ultima partita dell’Italia agli europei, dopo un periodo più freddo del normale, “funestati” da sconti e offerte cominciati poco prima del loro avvio, in barba alle norme che vorrebbero 30 giorni senza offerte prima del loro inizio.

Il risultato? Un sentimento, tra i commercianti, molto altalenante sull’andamento di questi saldi estivi, tra disastro e opportunità. «I saldi? non ci sono, non sono partiti. E non basta dire che non ci sono soldi, e non basta dire che la partita dell’Italia ha stroncato il loro avvio. Sabato 2, primo giorno, è stato al di sotto di un sabato normale. Punto». A parlare è Alessio Sperati, proprietario del negozio Zoopark e referente di Confesercenti. Sperati è arrabbiatisssimo soprattutto con i colleghi, «Che hanno provato a portare a casa qualche soldo in più anticipando le promozioni e mettendo in crisi tutti gli altri, quelli che si comportano secondo le regole» E, invece, «Noi dovremmo dialogare, metterci insieme, per non andare a fondo tutti. Questa però è una forma di maturità che molti commercianti non hanno».

La “corsa al saldo”, ormai, è un’immagine del passato: spiegata da Sperati, è confermata da un commerciante che ha esperienza di decenni, con il suo negozio di abbigliamento angelucci e la sua posizione in Confcommercio Varese, di cui è presidente: «Non esiste più l’assalto del primo giorno di saldi – spiega Giorgio Angelucci – l’assalto è cosa del passato: anche perchè questo mese di giugno era già pieno di offerte speciali. Ora approfittare dei saldi è una scelta più ragionata. Tant’è vero che se sabato non è stato per niente entusiasmante, nei giorni seguenti la gente ha cominciato ad arrivare. Chi entra però tende a spendere meno, e se possibile, quando compra capi importanti o da cerimonia, li vuole acquistare in modo che siano riutilizzabili in più occasioni. E’ proprio cambiata radicalmente la mentalità».

Un po’ diversa la situazione di Paolo Ambrosetti, titolare della valigeria Ambrosetti e consigliere del Gruppo Giovani di Confcommercio: «Per noi il primo giorno di saldi è un giorno più tranquillo degli altri. Tradizionalmente, i primi giorni si comincia con l’abbigliamento e le calzature, solo poi si pensa alla borsa da abbinare… per cui i saldi li “sentiamo” non subito, ma piu nell’arco delle tre-4 settimane. Comunque è vero che i saldi, nel momento in cui non sono più un evento, non funzionano piu».

Uno dei principali elementi del successo dei saldi, secondo Ambrosetti, è infatti :«L’essere un evento: se tornano a essere un momento atteso dalle persone, i saldi riprenderanno ad avere la loro importanza. Se tutti fanno i furbetti e cominciano a fare gli sconti prima, perderanno sempre più senso».

Quindi non hanno più senso i saldi? «Per niente: anzi, i saldi sono l’elemento che mantiene in vita i più piccoli – ha precisato Ambrosetti – Se i ribassi fossero liberalizzati e lasciati al mercato così com’è, qualunque punto della grande distribuzione sarebbe in grado di togliere clienti alle piccole realtà, azzerando ogni possibilità di vendita, e di fatto uccidendole». Una buona alternativa è la creazione anche di altri eventi: «Abbiamo fatto in via sperimentale il “Black Friday”, una giornata di sconti sulla falsariga dei paesi anglosassoni, Funzionò moltissimo. Chi aderì fece ottimi fatturati».

Ma ci sono anche altre soluzioni per rivitalizzare le vendite dei saldi: «I saldi funzionano anche quando la città partecipa, in qualche modo – Chiosa Alessio Sperati – Le aperture serali dei negozi, per esempio, hanno un senso se in città c’è qualcosa di attrattivo. Nessuno si muove più solo per vedere cosa c’è di scontato. Da questo punto di vista il cambio di amministrazione ha pesato moltissimo: quest’anno abbiamo aperto il mese di aperture serali nel nulla totale. Speriamo di recuperare: sarebbe un bel segno nei confronti delle attività produttive della città».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Luglio 2016
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