Olimpiadi, Edalli non è in finale: “ma sono pronto a prepararmi per Tokio”

Il 22enne di Busto ha concluso con un totale di 81.798: «La mia gara l’ho fatta, ho ascoltato i consigli di tutti e mi sono pure divertito.»

Ludovico Edalli a Rio 2016

(foto Federginnastica) Ludovico Edalli non ce l’ha fatta ad arrivare alla finale olimpica. Il 23enne bustocco,  unico italiano impegnato nelle qualificazioni dell’Artistica Maschile, ha chiuso il giro di qualificazione con il totale di 81.798 e non è riuscito a conquistare la finale a 24 di mercoledì 10 agosto.

Le qualifiche, per ora dominate, come da pronostico, dal sei volte campione iridato e olimpionico di Londra 2012 Kohei Uchimura, sono state brevemente interrotte dal impressionante infortunio occorso al francese Samir Aït Saïd al volteggio.

«Volevo dimostrare quanto valessi – ha dichiarato l’aviere scelto dell’Aeronautica Militare, accompagnato in gara dal DTN Maurizio Allievi – credo di esserci in parte riuscito. Oltre al mio allenatore, Paolo Siviero, che mi segue alla Sampietrina di Seveso ringrazio Matteo Morandi e Alberto Busnari, che in un modo o nell’altro mi hanno aiutato a vivere questa esperienza fantastica. Adesso un po’ di vacanza e poi mi metterò già in cammino sulla strada per Tokyo 2020» ha commentato a caldo, aggiungendo, nella valutazione delle sue prestazioni:  La gara è andata bene, però mi hanno pagato davvero poco – ha commentato  ai redattori del sito di Federginnastica dopo la gara – Sono partito all’anello, tutte le posizioni tenute, ma la giuria mi ha tolto un punto e sette decimi. Ho pensato, ci sta, visto che non è proprio il mio attrezzo. Al volteggio, dato che in prova non mi ero trovato tanto bene, ho deciso di tagliare, facendo un avvitamento e mezzo anziché due. E quindi il punteggio ci poteva stare. Alla parallela, invece, mi sembrava di aver fatto tutto bene, muovendo meno le mani. In uscita ho perso solo tre decimi, non come a Nanning o al Test event. Mi aspettano, non dico 15, ma almeno un 14,8. Vado alla sbarra faccio i salti nuovi eppure non vado oltre il 14, insomma sono tutti decimi importanti buttati via qua e là. Al corpo libero ho sbagliato io per un eccesso di grinta e al cavallo, a quel punto, ho deciso di godermela, facendo l’uscita più semplice, una C anziché la D, che mi ha fatto perdere il mezzo punto di abbuono. Anche senza errori non credo che sarei entrato tra i 24. Alla fine comunque ero così gasato che potevo anche ricominciare da capo, farmi altri sei attrezzi. La mia gara l’ho fatta, ho ascoltato i consigli di tutti e mi sono pure divertito. Adesso mi concedo un po’ di vacanza con la mia ragazza e il mio migliore amico».

Così invece ha commentato la sua esperienza olimpica: «Purtroppo i miei primi Giochi olimpici sono durati poco, ancora non avevo del tutto realizzato dove mi trovassi. La mattina facevo la borsa, poi pensavo che non era una borsa qualunque ma quella delle olimpiadi. E non mi pareva vero. Poi arrivato in allenamento mi ritrovavo accanto Uchimura che nell’edizione precedente, a Londra, l’avevo seguito in Tv, dal mio divano di casa. Adesso c’ero dentro e il cuore pompava a mille. Purtroppo non sono riuscito a stargli dietro fino in finale, però sono contento lo stesso. Volevo far vedere a tutti l’impegno che ci avevo messo per arrivare qui. L’incidente di Said? Appena sceso dalla parallela ho sentito un crac tremento ed ho visto i francesi sconvolti. Mi dispiace tanto perché con Samir siamo amici e prima della gara ci eravamo fatti un reciproco in bocca al lupo. Purtroppo sono cose che succedono e spero di rivederlo presto in pedana, anche se mi è stato detto che l’infortunio è proprio brutto».

Cosa prepara Ludovico per il futuro? «Ora comincerà un nuovo quadriennio olimpico e io già mi sento sulla strada di Tokyo 2020, sperando di fare questo percorso insieme ai miei futuri compagni di squadra, non da solo come in Brasile – ha rivelato – Visto che siamo già ai titoli di coda, voglio ringraziare Paolo Siviero – anche se non ce ne sarebbe neppure bisogno visto che era praticamente in gara con me (chissà quanti messaggi mi avrà mandato sul cellulare, forse uno a rotazione) – Matteo Morandi – perché se sono a Rio in un certo senso è anche grazie al Dog con il quale ho condiviso un tratto importante del nostro comune percorso olimpico, precedendolo di un soffio – e Alberto Busnari che mi ha dato tantissimi suggerimenti e al quale ho pensato un attimo prima di salire sul cavallo con maniglie, cercandolo con lo sguardo come feci a Montpellier nel 2012».

 

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Pubblicato il 07 Agosto 2016
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